MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Le sfide della sanità. Morelli traccia il futuro: "Il capitale umano è la vera urgenza"

Il direttore di Chirurgia generale Aoup e presidente Fondazione Arpa "Trasmettere i valori ai giovani e dare fiducia: così si rilancia la chirurgia". E sugli impegni della Onlus: "Avviati nuovi filoni sulla ricerca oncologica". .

Il direttore di Chirurgia generale Aoup e presidente Fondazione Arpa "Trasmettere i valori ai giovani e dare fiducia: così si rilancia la chirurgia". E sugli impegni della Onlus: "Avviati nuovi filoni sulla ricerca oncologica". .

Il direttore di Chirurgia generale Aoup e presidente Fondazione Arpa "Trasmettere i valori ai giovani e dare fiducia: così si rilancia la chirurgia". E sugli impegni della Onlus: "Avviati nuovi filoni sulla ricerca oncologica". .

di Mario Ferrari

Ricerca, formazione e solidarietà. Sono questi i principi che orientano l’azione di Luca Morelli, direttore della Sezione dipartimentale di Chirurgia generale universitaria dell’Aoup e presidente della Fondazione Arpa. In attesa dell’evento di sabato al Giardino Scotto ‘Arpa d’Estate’, il professor Morelli, che dal 2022 è annoverato tra il 2% degli scienziati con il maggiore impatto a livello globale della Stanford University, ha tracciato la linea sulla sanità di domani. Tra investimento, tecnologia e umanità.

Professor Morelli, quali sono oggi le principali sfide della sanità pubblica?

"La più urgente è l’investimento sul capitale umano. Mancano medici, infermieri, operatori socio sanitari e siamo vicini a un punto critico. Serve una programmazione seria: aumentare i posti in formazione, anche attraverso la didattica a distanza".

La tecnologia è centrale?

"Lo è, e lo sarà sempre di più: intelligenza artificiale e robotica sono opportunità enormi, non pericoli. Ma resto convinto che la qualità dell’assistenza sanitaria la facciano le persone. La tecnologia può aiutare, ma dietro ogni atto medico deve esserci un umano che fa la differenza".

Come si convincono i giovani a scegliere le specializzazioni oggi in crisi, come la chirurgia?

"Trasmettendo passione. Fin dalle prime lezioni io cerco di coinvolgere gli studenti con esempi pratici e reali. Se i docenti mettono entusiasmo, dedicano tempo e coinvolgono i ragazzi, questi lo sentono. Così si rilancia la chirurgia: trasmettendo valori, accompagnando, dando fiducia. E questo, alla lunga, fa la differenza".

Lei è anche presidente della Fondazione Arpa. La beneficenza può ancora essere determinante nella sanità?

"Assolutamente sì: guardare a chi sta peggio è un dovere. Sin da ragazzo ho sentito il desiderio di rendermi utile e la medicina mi ha dato strumenti per farlo ogni giorno, ma ciò che conta davvero è l’empatia: oltre a operare noi dobbiamo esserci, ascoltare, prenderci cura degli altri".

Su cosa si concentra oggi l’attività della Fondazione?

"Abbiamo mantenuto l’impostazione voluta dal professor Franco Mosca: ricerca, formazione e solidarietà. Oltre alla storica attenzione per il tumore del pancreas, abbiamo avviato nuovi filoni sulla ricerca oncologica, come quella sul tumore al fegato. Cerchiamo un equilibrio tra ricerca di base e applicazione clinica immediata".

Un pilastro di Arpa sono le borse di studio internazionali.

"Sì, e crescono di anno in anno. Nel 2024 abbiamo ospitato chirurghi da Moldavia, Serbia, Polonia e Perù. A breve arriveranno anche una chirurga paraguayana e altri colleghi peruviani. Provengono da Paesi che stanno introducendo la chirurgia robotica e hanno bisogno di professionisti preparati. I nostri borsisti, una volta rientrati, sono pronti a operare e formare altri colleghi".

C’è un progetto che l’ha colpita in modo particolare?

"Il Perù. È lì che abbiamo ricevuto i riscontri più intensi. Uno degli studenti, Omero Lopez, è venuto a formarsi in Italia, è diventato un chirurgo capace, un caro amico e anch un riferimento nel suo Paese per la chirurgia a favore delle fasce più povere. È la prova che la cooperazione genera non solo competenze, ma legami umani e cambiamenti duraturi".