REDAZIONE PISA

Ferita durante l’esercitazione. Provvisionale da 200mila euro

Tre condanne per l’infortunio al volto della soldatessa Vanessa Malerbi, che lotta per la giustizia. Le parti civili avevano impugnato la sentenza di primo grado chiedendo maggiore sicurezza.

La soldatessa Vanessa Malerbi

La soldatessa Vanessa Malerbi

Dopo 7 anni, porta "ancora le conseguenze" fisiche e psicologiche. In appello il giudizio sulla vicenda è stato in parte ribaltato. Era il 12 giugno 2018. Un forte rumore, il buio e poi il dolore. La caporal maggiore Vanessa Malerbi, originaria di Lucca e residente nel pisano, al poligono di Carpegna, durante un’esercitazione militare organizzata dal 187° Reggimento Folgore di Livorno, rimase gravemente ferita al volto. Ora lavora nell’esercito da civile e più volte ha chiesto "più sicurezza". Dopo il primo grado del processo penale a Urbino per quell’infortunio, si è concluso l’appello ad Ancona con tre condanne, due assoluzioni e una provvisionale di 200mila euro per i danni subiti.

Dopo una ventina di udienze, la modifica del capo di imputazione da parte del pm Boni, che aveva definito il fatto una "tragedia", le parti civili avevano impugnato la sentenza. "Questo non è un processo all’esercito ma a un modo di lavorare", aveva detto in requisitoria il pubblico ministero. "Rivivo quel momento ogni notte", aveva spiegato a La Nazione Malerbi. "Ho avuto la sensazione che la mia vita stesse finendo". In appello sono stati assolti due dei soldati che facevano parte della squadra di tiro, Claudio Marchesi e Alessio Prisco, ed è stata confermata la condanna ad Alessandro Vecchi e Fabio Filippone, i due comandanti. Condannato civilmente il colonnello Gianluca Simonelli, direttore dell’esercitazione.

"In primo grado erano stati condannati solo gli esecutori e non chi aveva dato l’ordine, in secondo in parte il verdetto è cambiato”, affermano le parti civili. “Il risarcimento - ci aveva detto Malerbi - mi servirà per le cure a vita, non voglio gravare su nessuno, ma cercare di cambiare il meccanismo sbagliato. Si parla di prassi, ma serve più sicurezza". Le persone condannate dovranno rimborsare le spese giudiziarie sostenute da Malerbi (assistita dall’avvocato Andrea Poli), dalla madre Antonella (avvocato Max Giordano Marescalchi) e dalla sorella Sofia (avv Muriel Petrucci), costituite parti civili.

A Carpegna, la militare era di servizio per l’assistenza sanitaria in un’esercitazione. Ma un colpo di mortaio finì fuori traiettoria e delle schegge investirono Malerbi mentre era fuori dall’ambulanza, causandole gravissimi traumi. Secondo l’accusa ci sarebbe stata una serie di errori: è stata contestata anche la posizione scelta per l’ambulanza, ritenuta "inusuale". "In un’esercitazione si viene per imparare, sbagliare e correggere – aveva commentato l’avvocato Giuseppe Placido Cardillo che difendeva in primo grado la squadra di tiro – Chi non può sbagliare è chi predispone il campo con regole stabilite. Resta il dolore dei miei assistiti per quanto accaduto a un loro commilitone". “Prima di tutto esprimiamo solidarietà a Malerbi. Dopo aver letto le motivazioni, ci riserviamo di fare ricorso per Cassazione”, commenta l’avvocato Giorgio Carta, difensore di Fabio Filippone”. Soddisfatte ora le parti civili che ritenevano responsabile anche la parte dirigenziale.

Antonia Casini