CHIARA SACCHETTI
Cronaca

Sentenza del Tribunale civile. La Asl risarcirà un paziente per un’operazione "mal eseguita"

Il giudice ha condannato l’azienda sanitaria a indennizzare la persona offesa con 90mila euro. I fatti risalgono al 2020 quando un artigiano versiliese venne ricoverato per una delicata ernia.

L’uomo venne operato all’ospedale Versilia cinque anni fa

L’uomo venne operato all’ospedale Versilia cinque anni fa

Per un caso di “malpratica medica”, un intervento chirurgico non eseguito perfettamente all’Ospedale Versilia, con conseguente ritardo nel diagnosticare la causa delle complicazioni, il giudice monocratico del Tribunale di Lucca, Michele Fornaciari, ha condannato l’Asl Toscana Nord Ovest a pagare un risarcimento danni a un paziente, un artigiano versiliese difeso dagli avvocati John Gabriele Gattai e John Gattai. L’importo del risarcimento stabilito dalla sentenza è di 88.341,22 euro, oltre rivalutazione e interessi.

La vicenda risale al giugno del 2020, quando l’uomo si presentò al pronto soccorso dell’Ospedale Versilia lamentando dolori all’emitorace superiore sinistro irradiato alla spalla. Gli accertamenti radiografici misero in evidenza una “voluminosa ernia iatale para-esofagea livellata con risalita nel polmone sinistro di gran parte dello stomaco”. Il paziente venne ricoverato nel reparto di chirurgia dell’Ospedale Versilia con diagnosi di “ernia iatale dislocata in torace”, dove il 25 giugno 2020 fu sottoposto a un intervento chirurgico. Le cose non andarono come previsto. L’operazione, definita di routine, si prolungò per tre ore. I consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) nella relazione richiamata nella sentenza parlano di "un intervento complesso … che va eseguito in centri specializzati e la cui buon riuscita dipende anche dall’esperienza del chirurgo operatore".

Dopo l’operazione cominciò infatti un calvario per il paziente, tanto che il 4 luglio 2020 venne trasferito nel reparto di terapia intensiva. Il quadro clinico continuava a peggiorare, con insorgenza di sepsi e trasferimento in rianimazione. I consulenti del Tribunale hanno accertato che in seguito all’intervento si era formata una fistola gastrica: “i sanitari dell’Ospedale Versilia, che tale fistola avevano provocato nel corso dell’intervento chirurgico per manovre chirurgiche eseguite senza la necessaria precisione e delicatezza, non posero la doverosa tempestiva diagnosi”. A questo punto (era il 25 luglio), il paziente, su richiesta della moglie, venne trasferito al reparto di rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa.

Qui l’uomo venne sottoposto a due interventi chirurgici riparatori. I consulenti rilevano che il formarsi della fistola gastrica “vada senz’altro attribuito in via preponderante a manovre chirurgiche eseguite senza la necessaria precisione e delicatezza”. E ancora: “Ne segue che ai sanitari dell’Ospedale della Versilia ed alla struttura ospedaliera risulta altresì imputabile un’inescusabile inerzia diagnostica, meglio definibile come inadeguatezza diagnostica, che impedì di effettuare un intervento di riparazione precoce che avrebbe comportato per il paziente un decorso clinico molto meno pesante”. I consulenti dunque hanno concluso nel senso della sussistenza di una malpratica medica nell’operato dei sanitari dell’Asl Toscana Nord Ovest. Da qui la condanna al risarcimento dei danni di circa 90mila euro, più rivalutazione e interessi.

C.S.