CRISTINA CRISCI
Cronaca

Avvocato “infedele“. Rubava i soldi dei risarcimenti. Ora i clienti chiedono 2 milioni

Decine di truffati si sono costituiti parte civile nel procedimento contro il professionista. Intascati parte dei soldi delle assicurazioni.

Le indagini erano state condotte dalla Guardia di Finanza: l’avvocato è anche accusato di aver evaso l’Irpef per 178mila euro

Le indagini erano state condotte dalla Guardia di Finanza: l’avvocato è anche accusato di aver evaso l’Irpef per 178mila euro

Chiedono oltre 2 milioni di euro di risarcimenti gli ex clienti dell’avvocato infedele di Città di Castello che tratteneva per sé i soldi delle assicurazioni nei procedimenti svolti per conto di numerose persone dell’Altotevere. I truffati, decine, si sono costituiti parte civile ieri nel corso dell’udienza in tribunale a Perugia. Il professionista, un cinquantenne tifernate, è finito davanti al giudice con l’accusa di dichiarazione infedele, appropriazione indebita e autoriciclaggio. Secondo le indagini - coordinate dalla Procura di Perugia e svolte dalla guardia di finanza - il legale si sarebbe appropriato di "parte del risarcimento erogato da istituti assicurativi ai propri clienti" per una cifra di oltre 200mila euro. Contestato anche l’autoriciclaggio: nel corso del 2019 avrebbe effettuato "trasferimenti di denaro in attività finanziarie attraverso la sottoscrizione di polizze assicurative intestate a se stesso, alimentate con versamenti diretti dai propri conti correnti per 150mila euro". Il cinquantenne avrebbe inoltre evaso l’Irpef per un importo di 178mila euro, tramite una dichiarazione annuale di imposta per appena 50mila euro, cioè "per un ammontare inferiore a quello effettivo" che secondo la Guardia di finanza sarebbe stato di oltre 400mila euro. L’avvocato avrebbe anche omesso di dichiarare compensi per 87mila euro. Nella vicenda la Procura aveva chiesto e ottenuto un sequestro preventivo per oltre 2 milioni e mezzo di euro di beni. Gli ex clienti si sono costituiti parte civile tramite un pool di avvocati (tra gli altri Lorenzo Pieracci, Walter Guarini, Sandro Radicati, Andrea Galmacci, Federica Ferri e Silvia Marinelli). I truffati si erano affidati allo studio di questo legale tifernate, poi rivelatosi infedele per la gestione del contenzioso stragiudiziale: fungeva da mediatore e referente con le assicurazioni al fine di ottenere la liquidazione transattiva dei danni, ma alla fine - in base a quanto emerso dall’attività investigativa - versava ai clienti solo una parte e senza il loro consenso si teneva la differenza. Con queste somme, poi, l’avvocato avrebbe acquistato polizze assicurative, oppure trasferito i soldi alla moglie per investimenti in altri prodotti finanziari. Il raggiro, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto tramite una serie di firme false sui documenti legali. Il procedimento si era aperto a fine maggio, ma subito rinviato per una mancata notifica.