
Alcuni dei dipinti in mostra all’edicola della Legalità in Piazza Santa Caterina
Una mostra, prodotti liberi ed etici e uno dei faldoni più importanti del maxiprocesso di Palermo. L’Edicola della Legalità ha ospitato l’esposizione itinerante "Colorando il buio", in collaborazione col Circolo "Cavalli Pazzi" di Pontedera, che ha realizzato 18 tele dipinte nella tenuta di Suvignano, uno dei più vasti beni confiscati nel 1983 dal giudice Giovanni Falcone. Nel 2018 la tenuta è stata affidata alla Regione Toscana che l’ha trasformata in azienda agricola simbolo di lotta alla mafia. Venerdì, la chiusura della mostra, a cui hanno partecipato la Fondazione Antonino Caponnetto e le associazioni Le Sentinelle di Nonno Nino e Fior di Corleone, con cui l’associazione Nicola Ciardelli odv, che dal 2024 gestisce in Piazza Martiri della Libertà l’Edicola della Legalità, "ha stretto importanti sinergie".
Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla Legalità, Giovanna Bonanno, gli interventi della presidente del Tribunale, Beatrice Dani, e della procuratrice della Repubblica, Teresa Angela Camelio, che hanno sottolineato come sia "importante costruire ponti per combattere il sistema mafioso che è radicato ovunque". Apprezzata la partecipazione dei giovani della struttura Numeri Prima, che si occupa di recupero di persone che si impegnano per riscattare i loro percorsi personali e sono stati coinvolti dalla Fondazione nella produzione dell’olio. Poi, il responsabile dei beni confiscati della Fondazione Caponnetto, Maurizio Pascucci e la storica dell’arte Cristina Cagianelli. L’arte che illumina la legalità, partendo dalle parole di Peppino Impastato, il giornalista che fu ucciso proprio per le sue denunce su Cosa nostra, frase riportata anche sulla parete frontale dell’Edicola: "Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà". Al termine dell’iniziativa è stata offerta una degustazione di prodotti realizzati nell’ambito di progetti di valorizzazione della Tenuta di Suvignano, come l’olio; il vino Principe di Corleone e i biscotti al sesamo prodotti da aziende locali corleonesi, sostenute dall’Associazione Fior di Corleone. "Un onore essere stati scelti per ospitare una mostra dal valore così significativo, seguita dalla copia di uno dei faldoni più importanti del maxiprocesso di Palermo, grazie alla collaborazione con il Cidma (Centro Internazionale di Documentazione sulla mafia e del Movimento Antimafia) a Corleone", commenta la presidente dell’associazione Ciardelli, l’avvocato Federica Ciardelli. Un ponte tra l’Edicola della Legalità, la Tenuta di Suvignano "e coloro che, a Corleone, coraggiosamente, si oppongono al sistema mafioso".
Antonia Casini