MARIO FERRARI
Cronaca

Ombrelloni e bon ton: “Prima regola da spiaggia abbassare voce e musica”

L’esperto di galateo Stefano Agnoloni e i suoi consigli anti-cafonate: “Il cibo? Evitiamo la parmigiana da asporto. Bimbi rumorosi? Serve tolleranza reciproca”

Una spiaggia in piena estate (Foto di repertorio)

Una spiaggia in piena estate (Foto di repertorio)

Pisa, 6 agosto 2025 – Al mare c’è chi ascolta le onde e chi le copre con la musica trap e la videochiamata ai parenti che non vede dallo scorso Natale. Poi ci sono i bambini a volume dodicesimo, i gavettoni a "sorpresa" e le - sicuramente gustose - polpette e parmigiane che profumano di sagra ma a loro volta poco si adattano al relax sotto l’ombrellone. ‘È il mare, bellezza’ verrebbe da dire, ma per navigarci l’aiuto di una bussola è sempre comodo. A ricoprire questo ruolo ci pensa Stefano Agnoloni, volto elegante del bon ton ed esperto di galateo, con i suoi consigli su come sopravvivere con stile tra sabbia, parei e vicini troppo rumorosi.

Stefano Angnoloni, di San MIniato, maestro di bon ton e volto noto di Rai Uno
Stefano Angnoloni, di San MIniato, maestro di bon ton e volto noto di Rai Uno

Quali sono gli errori più comuni e che le danno più fastidio in spiaggia?

"La voce alta, che sia per parlare, per litigare o per videochiamare i parenti. In spiaggia si sta bene quando si sente il mare e l’atmosfera del lido, non i retroscena familiari altrui. Idem per la musica che deve restare privata: cuffiette, sempre. Personalmente non tollero molto chi schizza le persone e fa i gavettoni di ferragosto: spesso evito di andare al mare il 15 agosto per colpa di questa ‘tradizione’".

E i bambini? Liberi tutti?

"No, ma nemmeno vanno trattati come adulti in giacca e cravatta. I bambini devono giocare, certo, ma sotto controllo. Corrono, urlano, scavano: è normale. Ma i genitori devono evitare che finiscano dentro il libro di chi legge accanto".

Come evitarlo?

"Scegliere orari furbi: mattina presto, pausa pranzo o tardo pomeriggio, quando la spiaggia è più libera e tutto è più tollerabile. Ma mi permetta di fare un appello anche a chi come me non ha figli: siamo in vacanza e un po’ di tolleranza reciproca è l’ingrediente giusto per salvare la giornata a tutti".

Arriviamo alla pausa pranzo: il menù ideale sotto l’ombrellone?

"Sì alla frutta fresca, ai panini leggeri, a un’insalatina. Eviterei la parmigiana da asporto. E attenzione agli odori: lo spazio è condiviso, e non tutti hanno piacere di respirare i profumi - per quanto piacevoli - dei vostri manicaretti".

Condividere con il vicino di ombrellone: sì o no?

"Dipende dalle situazioni e dalla confidenza, altrimenti si rischia di mettere a disagio il prossimo. E se proprio vuoi condividere, focaccina a pezzetti, non le polpette della nonna".

Capitolo fumo in spiaggia. Si può? Si può chiedere di smettere?

"Si può chiedere, con garbo. E chi fuma, lo dico da fumatore, dovrebbe allontanarsi un po’, non fumare a ridosso degli altri a meno che non condividano lo stesso vizio. E porta-cicche sempre con sé. I mozziconi nella sabbia sono uno scempio".

E ora la domanda più scivolosa: l’abbigliamento da spiaggia. Sotto l’ombrellone serve un certo stile?

"Eccome. Il costume va benissimo – siamo pur sempre al mare – ma che sia adatto alla propria età, corpo, stile. Nulla di rigido, sia chiaro, ma un po’ di buongusto aiuta. Per gli uomini: lasciamo i modelli da piscina olimpionica agli atleti. Meglio un pantaloncino ben tagliato, sobrio nei colori, comodo ma decoroso. Per le signore, massima libertà, sempre. Ma dopo una certa età un costume intero può slanciare con eleganza, ed è più raffinato".

E fuori dall’acqua? Si può andare ovunque in costume?

"Il minimo sindacale sarebbe non presentarsi al bar a torso nudo o solo col bikini. Bastano un pareo, una camicia leggera, un copricostume, una maglietta di cotone. Nulla di costoso, ma curato. I capi in lino, ad esempio, sono perfetti: freschi, pratici e sempre eleganti. Una camicia bianca, beige o azzurro chiaro abbinata a dei bei bermuda fanno la differenza. Trucco o gioielli, teneteli per la sera".

Zoccoli e ciabatte sono cafoni o in estate si perdonano?

"In spiaggia la regola d’oro è: comodi ma con criterio. Ben vengano infradito, zoccoli e anche le espadrillas. Molto meglio dei tacchi che ognitanto mi capita di vedere: adatti alle sfilate, non alla riva del mare".

E gli accessori?

"Il cappello è un must, per stile e per protezione. Panama o berretto da golf a seconda dell’età per lui, cappello di paglia a tesa larga o foulard annodato come una bandana per lei: si sta freschi, si protegge il viso e si aggiunge un tocco chic. Occhiali da sole? Obbligatori, ma ricordiamoci di toglierli quando salutiamo qualcuno o entriamo in un luogo chiuso. Eleganza è anche contatto visivo".

Ultima cosa: le foto e i social. Libertà assoluta o servono regole anche qui?

"Libertà sì, ma non a scapito degli altri. Scattare foto in spiaggia è normale, ma attenzione agli sfondi: sirischia diriprendere persone, bambini, situazioni private. Evitiamo l’effetto influencer esasperato. La spiaggia è luogo di condivisione, ma non tutto va condiviso. E soprattutto: niente vivavoce a tutto volume per fare i simpatici".

Se potesse scrivere una sola regola d’oro del galateo da spiaggia?

"Semplice: c’è posto per tutti, dappertutto, ma sempre con rispetto per il prossimo"