
Il futuro commissario Vinicio Peluffo
Nel Pd pisano la pace è ancora lontana. Se, infatti, l’area Schlein canta vittoria, dall’altra la componente riformista non arretra di un passo e parla apertamente di "disegno politico" di Elly per azzerare il dissenso, grazie anche a qualche "franco tiratore" bonaccininano che a Roma si tura il naso e sceglie la realpolitik. Così il compito del futuro commissario della federazione, Vinicio Peluffo (la sua nomina sarà ratificata dagli organi dirigenti nei prossimi giorni) appare tutt’altro che semplice. Inviato sul territorio dalla segreteria di Elly Schlein, ma di fede bonacciniana dovrà cercare di ricucire gli strappi di questi anni e restituire un clima di serenità in vista della composizione della lista per le regionali di autunno. E questo è già il primo nodo da sciogliere. Il partito dovrà affrontare una nuova stagione di congressi (anche quello provinciale, a questo punto), ma quasi certamente dopo il voto di ottobre. Gli schleininiani puntano a farli già a settembre, ma è complicato a campagna elettorale in corso. La lista dei candidati però va decisa prima e c’è chi nell’annuncio di mercoledì del responsabile organizzativo del Nazareno, Igor Taruffi, ha visto una sberla a Giani e al suo mondo: a Pisa leggasi Antonio Mazzeo e i riformisti. Il presidente del consiglio regionale della Toscana è infatti in attesa di una deroga per poter correre per il terzo mandato e, giurano i suoi fedelissimi, sarebbe rassicurato da un "patto" romano tra Bonaccini e Schlein per mettersi al riparo da vendette interne.
Ma il fulmine a ciel sereno del commissariamento della federazione, finora guidata da Oreste Sabatino (vicino appunto a Mazzeo e già abbandonato da tempo dall’area schleininana della sua segreteria, che ha scelto l’aventino), ha creato ulteriore nervosismo. Difficile fare pronostici, ma in gioco c’è molto di più di una pacificazione e i riverberi rischierebbero di essere nazionali, con i duri e puri del riformismo (anche in virtù del processo di costituzione proprio dell’allora Pd di Walter Veltroni) che minacciano persino di scegliersi un’altra casa politica. Anche perché, osservano a Pisa, "non si è commissariata la federazione pratese al centro di un’inchiesta giudiziaria costata il posto alla sindaca dem, mentre si azzera quella pisana solo perché non è allineata allo schleinismo".
Gab. Mas.