
Lo staff di Tartamare transenna il nido di caretta caretta al Big Fish di Tirrenia
Pisa, 1 luglio 2025 – Mante spiaggate, tartarughe ferite, Legambiente dà consigli su come salvarli o non peggiorare la situazione. Ed intanto, il nido della tartaruga caretta caretta è stato spostato per evitare “probabili allagamenti della camera delle uova”: dice Yuri Galletti responsabile toscano del progetto “Life turtlenest” di Legambiente. Lo stesso Galletti, biologo marino, alla luce dello spiaggiamento della manta a Marina di Pisa, e della conseguente morte, dà alcuni consigli per salvare mammiferi marini come i delfini e le tartarughe.
“In primis non bisogna provare a spostare l’animale, da soli. Nel caso di un delfino, se ferito, si rischia di ferirlo ancora di più e si rischia di ferirsi visto la possibile reazione dello stesso. Identica cosa dicasi per le tartarughe. Inoltre non gli va dato cibo o acqua dolce. Ciò che si deve fare è di mantenerlo idratato ricoprendolo ad esempio con teli o asciugamani impregnati di acqua di mare. Nell’operazione si deve stare attenti a non tappare lo sfiatatoio del delfino. In ogni caso si deve chiamare subito il 1530 della Guardia costiera. In base a quanto emergerà dalla segnalazione, interverrà l’Arpat che ha personale specializzato per queste emergenze”. Se poi l’avvistamento è in mare aperto che si tratti di delfino ferito, tartaruga o altre creature marine, la procedura corretta è la seguente: “Bisogna chiamare sempre il 1530 ed avere l’accortezza di segnare la coordinate e l’ora dell’avvistamento. Inoltre, in caso di animale ferito è consigliabile di non perdere mai il contatto visivo”: continua l’esperto di Legambiente.
Sulla morte della manta, Galletti non sembra aver dubbi: “Era un animale dalle dimensioni ragguardevoli. Si è ritrovata in uno specchio di acqua troppo basso ed ha avuto difficoltà “di manovra” continuando a ferirsi contro i sassi del fondale. Evidentemente le ferite copiose le son state fatali nonostante gli sforzi di averla portata in mare aperto”. Ed ora eccoci alla seconda puntata della “tartaruga story” perché la caretta caretta ha traslocato in una nuova casa e molto probabilmente ne avrà ancora un’altra per una seconda progenie. “Il nido rinvenuto al Big Fish era a sei metri dalla battigia. Ci poteva essere il rischio di un allagamento della camera delle uova. Lo abbiamo trasferito a sedici metri dal mare in una zona di confine con il Bagno della Uisp”. Sempre Galletti apre ad una seconda “nidiata” sempre a Marina. “E’ possibile che la stessa tartaruga che ora ha deposto qui le uova, entro due settimane nidifichi al Bagno della Croce Rossa dove già due anni fa, nidificò”.
Carlo Venturini