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Bomba incendiaria davanti al tribunale di Pisa, due anarchici arrestati. Sono accusati di terrorismo

I due uomini sono accusati del reato di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi. I fatti risalgono al febbraio 2023, quando un ordigno fu rinvenuto nei pressi del portone di servizio del tribunale di Pisa

Bomba incendiaria davanti al tribunale di Pisa, due anarchici arrestati. Sono accusati di terrorismo

Pisa, 11 settembre 2025 – Due uomini, verosimilmente appartenenti all’area anarchica pisana, sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi. Secondo la direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura di Firenze, sarebbero loro i responsabili dell’ordigno incendiario lasciato davanti al portone di servizio del tribunale di Pisa. L’operazione, denominata ‘Delivery’ è stata eseguita dalla Polizia.

Allarme bomba al tribunale (foto di Enrico Mattia Del Punta)
Allarme bomba al tribunale (foto di Enrico Mattia Del Punta)

I fatti risalgono al febbraio 2023, quando la bomba fu scoperta dalla Digos a seguito di una segnalazione. Gli agenti trovarono un ordigno parzialmente combusto composto da una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile, collegata a una bombola da campeggio contenente gas butano e a un petardo modificato con una miccia artigianale. Pochi giorni dopo, su alcuni siti riconducibili all'area anarchica, comparve un comunicato firmato dal "Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria - Consegne a domicilio Fai/Fri", che rivendicava l'azione come parte di una campagna di attacco allo Stato e alle sue istituzioni, in segno di solidarietà con l'anarchico Alfredo Cospito.

L’operazione

Secondo gli inquirenti, come spiega il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia in un comunicato, il gesto assunse una chiara connotazione terroristica, sia per il luogo scelto - un simbolo delle istituzioni statali - sia per la modalità dell'azione, ritenuta idonea a generare allarme nella popolazione e a minare la fiducia nello Stato e nella sua capacità di garantire la sicurezza pubblica. Le indagini, condotte dalle Digos di Pisa e Firenze con il supporto della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state coordinate dalla Procura fiorentina. Le attività investigative hanno consentito di identificare i presunti responsabili dell'attentato. Per i due anarchici principali indagati è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Altri quattro soggetti, considerati sodali, sono indagati e sono stati oggetto di perquisizioni nelle province di La Spezia e Massa Carrara.

Il provvedimento emesso dal Gip ha incluso anche una componente internazionale: in particolare, le rivendicazioni pubblicate su siti esteri hanno portato al coinvolgimento, attraverso Eurojust, del Dipartimento di Intelligence francese, nell'ambito della cooperazione giudiziaria europea. Secondo quanto stabilito dal giudice delle indagini preliminari, la misura degli arresti domiciliari risponde all'esigenza di prevenire la reiterazione del reato, considerando la gravità dell'azione e la propensione degli indagati "a continuare la lotta". Il provvedimento mira inoltre a interrompere i legami tra i soggetti coinvolti e gli ambienti dell'anarchismo insurrezionalista.