
Successo della manifestazione che ha riempito i quartieri storici. I creativi delle città Unesco soddisfatti: "Un modo per fare rete fra di noi". .
Carrara non si veste solo di marmo e in occasione della II edizione del festival C/Art ha aperto un sipario tutto da scoprire con un ventaglio di artisti internazionali. L’inaugurazione con la sindaca Serena Arrighi ha dato vita con successo a dinamiche creative nei quartieri di Cafaggio, Baluardo e Grazzano, con un pubblico variegato che ha riempito il centro. Una bella vetrina che ha promosso contenuti di arte, moda, teatro, musica, cinema.
La Carrareccia, una cena sotto le stelle con specialità del territorio ha coinvolto centinaia di persone. Dalla scalinata Baluardo con ’Ciak si gira’ la sfilata a cura dell’istituto Einaudi indirizzo moda. Tema di quest’anno il cinema, gli studenti si sono ispirati a sei film, con 45 abiti. "Ogni anno a scuola facciamo una sfilata – ha spiegato l’insegnante Giuseppe Moretti – Maura Crudeli e Gea Dazzi ci hanno invitato. Abbiamo portato gli studenti a Firenze per scegliere i tessuti e hanno realizzato i progetti da zero". La dirigente scolastica del Barsanti, Addolorata Langella ha messo in luce l’alta richiesta del made in Italy all’estero.
Per dire no alla violenza di genere sono stati esposti alcuni elaborati degli studenti del Gentileschi. Un quid provocatorio con l’opera ’Merda d’artista’ di Giuseppe Veneziano: "Ci tengo a Carrara: merita molte più attenzioni". Un live painting per l’artista di origini russe Maria Ginzburg: "Ho trovato molto stimolante entrare in un contesto così vivo, dove gli artisti hanno modo di conoscersi e fare rete. Un modo per fare sì che la città possa mantenere la propria vitalità e rigenerare il suo tessuto sociale e lavorativo".
Poi il green con ’Trash Vortex’ ispirato alle isole di plastica degli oceani, a cura di Cermec. L’amministratore Lorenzo Porzano ha sottolineato l’idea di comunicazione ambientale più contemporanea: "per sensibilizzare tutti sull’ambiente siamo entrasti in costesti artistici che arrivano a tutti". Il Glauco è l’opera della carrarese Francesca Menconi, figlia d’arte. "Avevo la passione per il modellato in creta e grazie a un regalo di mia sorella ho seguito alcune lezioni nello studio di Massimo Facheris a Pietrasanta, così ho iniziato a tirar fuori la mia arte. Poi sono passata al marmo."
Da Bergamo lo scultore Michelangelo Toffetti: "Ho partecipato perché voglio bene a Carrara, una città coinvolgente con tante dimensioni". Artisti con scalpelli sul ponte Baroncino, in prima linea lo scultore Andrea Lugarini del laboratorio Atelier Carrara. Presenti anche due mestieranti che hanno iniziato con la lavorazione del marmo a mano: Pietro Lorenzini e Angelo Dentoni con ben 70 anni di esperienza, aveva iniziato ad appena 11 anni. "Ci commissionano lavori da tutto il mondo – ha detto Lugarini – con il design è cambiato tutto.
Da Clay design gli artisti Andrea Berni, Irene Giannaccini che collaborano con la pittrice giapponese Akiko Saheki evidenziano l’aspetto dello scambio culturale innescato dalla manifestazione. "Accogliere altri artisti nella nostra realtà è un modo per sperimentare e accrescere la nostra conoscenza, come i due due ceramisti di Manises Pepe Royo Alcaraz e Carmen Marco Dasi che decoreranno alcuni dei nostri lavori." Anche Mariella Menichini dello studio di Terre Rare dello stesso avviso: "mia figlia Elena Raffaelli insieme a Francesca De Cesari sono andate in Spagna perché sono state selezionate ambasciatrici della ceramica di Carrara e hanno conosciuto due ceramisti di Manises che adesso sono qui".
Letture sartoriali a cura di Jacopo Gerevini, un’esperienza immersiva che invitava le persone a scannerizzare con il cellulare il QR code nella didascalia delle tre opere:La fontana della sirena, la lapide intitolata a Giselda e Renato Lazzeri e il cavallo la statua del console Marco Curzio in un angolo di Via Carriona.