Vi è un luogo nell’Alta Valle del Taverone, dove il tempo si è fermato. Parliamo di Apella, realtà da fiaba; abbandonata nel dopoguerra dagli abitanti emigrati in Australia, riportata a nuova vita dall’imprenditore Mario Maffei, ideatore di ’Montagna Verde’.
Ed è qui che, lo scorso venerdì, nel progetto “I Fili della Memoria“, i visitatori sono stati trasportati come per incanto nel mondo della canapa. Si è infati svolta una conferenza su questa pianta che fino agli anni Cinquanta veniva coltivata assiduamente dagli agricoltori del tempo, in quanto se ne ricavava un tessuto straordinario, materiali e sostanze con cui ottenere un’infinità di cose utili al vivere quotidiano.
Dunque ad Apella, dopo quella del castagno, si sono accesi i riflettori sulla filiera della canapa. A rendere interessante la discussione Pinuccia Landini, già insegnante della piccola scuola di Tavernelle, che ha presentato i relatori iniziando da Barbara Maffei, padrona di casa: "Stiamo proseguendo nel solco tracciato da nostro padre - ha precisato - e porteremo avanti anche il ’percorso della canapa’ che a Ripola e Apella vedeva importanti centri di coltivazione e lavorazione".
Si sono poi succeduti gli interventi di Matilde Ferrari, Giuseppe Maffei, Carolina Maloni, Sandro Santini, Lidia Travaglini, Pierangelo Capponi con la chiusura di Fausto Giovannelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appenino Tosco-Emiliano. "La canapa serviva per tutto: dalle corde - ha spiegato lo storico Sandro Santini - agli abiti; in un tempo in cui c’era tanta emigrazione e la vendita dei prodotti agricoli avveniva al mercato e con forme di baratto".
Nella conferenza si è discusso di operazioni come la battitura, cardatura, ’il fuso e la rocca’, dei ’cuncini’ gli addetti alla lavorazione della canapa, e si è spiegato cos’erano il ’guindolo e il canon’. "Luoghi come Apella, realtà come ’Montagna Verde’ della famiglia Maffei, rappresentano un patrimonio non del passato - ha concluso il presidente Giovannelli - ma piuttosto del presente. Il castagno, il miele, le api: tutto questo significa turismo sostenibile e internazionale. Elementi che danno inoltre una base di autenticità a tutto il nostro territorio. Apella rappresenta ’qualcosa da studiare’".
Roberto Oligeri