
Il capannone di Salanetti che dovrà essere abbattuto per costruire il nuovo impianto
Fumata bianca: alle 17,30 di ieri la conferenza dei servizi ha detto sì al maxi impianto. Con diverse prescrizioni, via libera dunque all’autorizzazione per l’impianto di riciclo di pannolini, pannoloni e scarti tessili che, sarà realizzato a Salanetti, a Capannori, al confine con Porcari. Dopo due anni di discussioni tecniche e politiche, in questa specie di referendum ha vinto il Sì. Dovrà essere demolito e ricostruito il capannone che ospiterà la struttura, la tecnologia c’è, adesso rimangono 11 mesi di tempo per la costruzione e i collaudi, pena la perdita dei finanziamenti PNRR, scadenza giugno 2026.
Ma quale è l’obiettivo? Come ribadito da I-Foria, azienda proprietaria della tecnologia che verrà utilizzata, la mission è quella di evitare che questa tipologia di rifiuti continui a finire in discarica, come avviene adesso ed evitare le tante emissioni climalteranti, i cattivi odori, il rilascio di microplastiche. Per scongiurare tutto ciò, è stata messa a punto una tecnologia che consente, da un lato di rispettare i criteri stringenti imposti dalle normative (DM 62/2019), sulla purezza delle materie prime seconde (materiali derivati dal riciclo di scarti industriali o da prodotti a fine vita, che vengono reintrodotti nel ciclo produttivo come nuove materie prime) e dall’altro minimizzare consumi energetici e impatto ambientale.
Secondo i creatori di questa start up, ogni tonnellata di pannolini riciclata anziché smaltita in discarica, equivale a togliere cento camion dalla strada. Ma come funzionerà, in concreto l’impianto? La prima fase è quella della sterilizzazione del rifiuto, senza nessuna combustione, generando vapore, con una caldaia uguale a quella che sarebbe necessaria a cento persone. Diverse le reazioni politiche.
Il Comune di Porcari è nettamente contrario. "Decisione inaccettabile e miope. La battaglia continua. Pretendiamo chiarezza, trasparenza e rispetto. Aspettiamo l’annunciata ispezione del Ministero dell’ambiente. Continueremo a tutelare i cittadini e il territorio, percorrendo tutte le strade ancora a nostra disposizione. Non accetteremo passivamente una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Siamo stati l’unico Ente a fornire parere negativo – si legge nella nota che arriva da piazza Orsi - sono state ignorate le osservazioni puntuali, tecniche e documentate presentate nei mesi scorsi. Il preavviso di diniego è stato superato in dieci giorni? Ci amareggia tutto ciò. Una situazione calata dall’alto. Abbiamo messo nero su bianco tutte le nostre perplessità: sui polimeri superassorbenti non biodegradabili (Sap), sui Pfas, sui costi nascosti e sulla reale sostenibilità economica dell’impianto. Risposte? Nessuna".
Soddisfazione invece da parte del Comune di Capannori: "C’è la conferma che si tratta di un impianto sicuro per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Se non fosse stato così, mai e poi mai lo avremmo sostenuto. Realizzare un impianto che ricicla prodotti assorbenti che oggi vanno in discarica o a incenerimento, significa dare ai nostri figli e nipoti un Mondo più pulito, perché riciclare è la strada alternativa agli inceneritori. Si è approfondito, verificando di stare dentro la strategia rifiuti zero e l’economia circolare. Realizzare questo impianto, significa poter garantire ai cittadini di Capannori, ma in realtà ai cittadini di tutta la Piana, il mantenimento di una tariffazione bassa, visto che ciò che causa l’aumento dei costi è proprio il conferimento dei rifiuti indifferenziati. Ringrazio quindi RetiAmbiente per il gran lavoro svolto proprio per fugare ogni dubbio, come era giusto che fosse. Molte le bugie. La conferenza dei servizi ci dice che, come sostenevamo, la disinformazione era fatta ad arte, le strumentalizzazioni solo politiche. Ora finalmente si fa chiarezza".
Massimo Stefanini