
"Decenni di politiche turistiche hanno guardato tanto ai numeri e poco alla gestione. Meno eventi e disincentivare gli affitti brevi".
Che Lucca, come molte altre destinazioni europee, sia afflitta dal cosiddetto "overtourism" è un dato di fatto abbastanza evidente. La UNWTO, World Tourist Organization definisce l’overtourism come "l’impatto del turismo su una destinazione, o su parti di essa, che influenza eccessivamente la qualità della vita percepita dai cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori in modo negativo".
Si tratta in sostanza di un fenomeno che si verifica quando una destinazione riceve un numero di visitatori eccessivo in relazione alla sua capacità di carico, generando impatti negativi, in particolare compromettendo l’esperienza dei turisti, la qualità della vita dei residenti, l’ambiente e l’economia locale e causando problemi come l’aumento dei prezzi, la perdita di identità culturale e un degrado del territorio. L’eccesso di turismo non è dunque un dato oggettivo, quanto un dato relativo e fondato sulla percezione di cittadini e turisti.
E’ indubbio che oggi l’afflusso turistico nella nostra città genera pesanti inconvenienti: l’impatto sul traffico e più ancora sulla disponibilità dei posti auto, spesso occupati, anche quelli riservati ai residenti, da esercizi commerciali o da turisti; i furgoni destinati al carico e scarico merci che transitano per il centro storico ignorando i divieti; ed al pari loro i risciò che non mostrano rispetto neppure per le regole della circolazione; i nostri splendidi spazi urbani soffocati da tavolini che ingombrano la vista di piazze ed edifici storici; i rifiuti abbandonati al di fuori degli spazi deputati e la sporcizia del manto stradale che, nonostante i meritori sforzi della nostra azienda locale, deturpano molti angoli della nostra città; i rivenditori di merci, che occupano spazi angusti e che espongono la loro mercanzia all’esterno in spregio ai regolamenti; i buttadentro che, nonostante i provvedimenti adottati, continuano a importunare ogni passante.
Questi gli effetti più immediati, che offendono la bellezza della nostra città e che rattristano innanzitutto i cittadini, ma anche i turisti. Pochi giorni or sono ho udito una giovane ragazza definire Piazza dell’Anfiteatro "deludente", e il padre spiegarle che lui l’aveva vista molti anni fa. E sentir definire "deludente" un luogo iconico per tutti noi lucchesi è davvero doloroso. Ma vi sono effetti che personalmente trovo persino peggiori, quantomeno sotto il profilo della tenuta della coesione sociale della città.
Sappiamo bene che non è ormai più possibile trovare un appartamento in affitto a lungo termine in città e neppure in periferia a prezzi sostenibili. E i prezzi di vendita sono parametrati ai redditi di altri paesi europei o extraeuropei, per noi difficili da affrontare. Ciò ha determinato negli anni il progressivo spopolamento del centro storico, con il conseguente trasferimento al di fuori delle mura dei negozi "utili" per i cittadini. I non residenti in centro storico si guardano ormai bene dal frequentare la città entro le mura, che un tempo costituiva luogo di incontro e di scambio per tutti gli abitanti di Lucca. Il senso di comunità è dunque completamente scomparso. E l’identità della città ne ha sofferto.
E’ evidente che tutto questo è il frutto di decenni di politiche turistiche che tanto hanno guardato ai numeri e poco alla gestione dei numeri. Laddove oggi invece fare turismo significa necessariamente gestirlo, munirsi degli strumenti normativi e dei servizi necessari per consentire il mantenimento della qualità della vita dei cittadini ed il pieno godimento dell’esperienza del viaggiatore. Va detto che questa Amministrazione appare perfettamente consapevole dei guasti provocati dal turismo. Non potremmo altrimenti spiegarci quella continua produzione regolamentare che ne è diventata ormai, e fortunatamente, un tratto distintivo: il divieto di "bivacco"; il divieto di esporre la merce fuori dal proprio spazio di vendita; il progettato controllo sulle auto in uscita dal centro storico; le limitazioni di orario per i mezzi adibiti al carico e scarico; il divieto di utilizzare i c.d. buttadentro; i limiti posti alla circolazione dei risciò; l’assunzione temporanea di alcuni vigili urbani.
Questa normativa locale è il segno evidente che l’amministrazione è consapevole dei danni prodotti dal turismo. Ma la consapevolezza non basta, e non basta perché tutti questi regolamenti, tranne qualche sporadica sanzione, sono rimasti lettera morta. Sappiamo che esiste un’annosa carenza di personale nel corpo dei Vigili Urbani che soli possono presiedere alla applicazione dei regolamenti e ad elevare le relative sanzioni. E’ un problema che si trascina, anche questo, da decenni. Personalmente credo che sia allora non più rinviabile, attesa la fenomenale capacità della amministrazione Pardini di reperire risorse, il destinare una buona parte di queste risorse alla assunzione di un numero assolutamente consistente di persone in grado di garantire il rispetto della legalità. E se l’organizzazione di qualche evento, fra i meno prestigiosi dei tanti che il Comune di Lucca meritoriamente organizza, dovesse essere sacrificata, ciò non sarà male.
Meno eventi, ma più in grado di stimolare le intelligenze e creare connessioni. E magari iniziamo a pensare ad agire con le leve della politica fiscale locale per incentivare gli affitti a lungo termine e disincentivare gli affitti brevi. Una città viva e autentica è una città desiderabile per il turista, tantopiù per quei viaggiatori che hanno fatto di Lucca la loro seconda casa. Una città appiattita su un commercio e un intrattenimento al ribasso sarebbe necessariamente destinata a diventare una meta senza alcuna attrattiva proprio per quel turismo rispettoso e amante del bello che vorremmo incentivare.