
presidente del Consorzio dei vini doc di Montecarlo Gino Carmignani, in arte «Fuso»
Qualità e quantità eccellenti. Una della annate migliori degli ultimi anni. La vendemmia 2025 a Montecarlo si preannuncia davvero notevole.
L’altra caratteristica è quella della precocità: la raccolta è in pratica già cominciata e non solo per gli spumanti ma anche per i bianchi, tra poco sarà la volta del Sirah e a fine agosto, massimo i primi giorni di settembre, anche i vitigni più tardivi, come il Sauvignon, il Cabernet, il Merlot (sul colle del Cerruglio Bacco arrivò dalla Francia) e questo significa che tutto sta procedendo per il meglio, come conferma l’esperto, produttore a sua volta, montecarlese e presidente del Consorzio dei vini doc, Gino Carmignani, in arte "Fuso".
"Le previsioni? Si tratta di interpretare i segnali, non servono doti divinatorie e l’uva in questa estate ha avuto tutto il calore possibile – aggiunge l’imprenditore – senza grandinate improvvise, le pigne e gli acini sono praticamente perfetti. Per questo motivo avremo un prodotto straordinario. Dobbiamo diffondere ottimismo, perché le condizioni hanno girato tutte e a favore del nostro nettare. Dobbiamo tenere presente che siamo una delle Doc territorialmente tra le più piccole d’Italia e, di conseguenza, d’Europa. Però il meccanismo funziona e tutto il sistema gira bene. I rossi e i bianchi di Montecarlo per il momento tengono testa ai mercati, in un momento particolarmente difficile della situazione economica mondiale, con i dazi spada di Damocle perenne che potrebbero incidere su tutto il comparto e due guerre che si fanno sentire. Nonostante tutto sappiamo difenderci".
Con la vendemmia iniziata, c’è stato il ricorso a giovani come negli anni passati?
"Come sempre, ormai è una tradizione, un rito che si ripete, tutto secondo le normative come è giusto che sia – aggiunge il presidente del Consorzio – perché la raccolta è diventata molto dura, paradossale se consideriamo la tecnologia che avrebbe dovuto venirci in aiuto, ma adesso, con i cambiamenti climatici (un tempo si vendemmiava ai primi di ottobre), fare vino non è semplice. Lavorare la terra per i montecarlesi è una missione, spesso sono vigne che ci hanno lasciato i nostri nonni. Anche se adesso bisogna guardare ai fatturati".
Massimo Stefanini