MASSIMO STEFANINI
Cronaca

Montecarlo, parte la vendemmia: "Qualità e quantità eccellenti"

Qualità e quantità eccellenti. Una della annate migliori degli ultimi anni. La vendemmia 2025 a Montecarlo si preannuncia davvero notevole. L’altra...

presidente del Consorzio dei vini doc di Montecarlo Gino Carmignani, in arte «Fuso»

presidente del Consorzio dei vini doc di Montecarlo Gino Carmignani, in arte «Fuso»

Qualità e quantità eccellenti. Una della annate migliori degli ultimi anni. La vendemmia 2025 a Montecarlo si preannuncia davvero notevole.

L’altra caratteristica è quella della precocità: la raccolta è in pratica già cominciata e non solo per gli spumanti ma anche per i bianchi, tra poco sarà la volta del Sirah e a fine agosto, massimo i primi giorni di settembre, anche i vitigni più tardivi, come il Sauvignon, il Cabernet, il Merlot (sul colle del Cerruglio Bacco arrivò dalla Francia) e questo significa che tutto sta procedendo per il meglio, come conferma l’esperto, produttore a sua volta, montecarlese e presidente del Consorzio dei vini doc, Gino Carmignani, in arte "Fuso".

"Le previsioni? Si tratta di interpretare i segnali, non servono doti divinatorie e l’uva in questa estate ha avuto tutto il calore possibile – aggiunge l’imprenditore – senza grandinate improvvise, le pigne e gli acini sono praticamente perfetti. Per questo motivo avremo un prodotto straordinario. Dobbiamo diffondere ottimismo, perché le condizioni hanno girato tutte e a favore del nostro nettare. Dobbiamo tenere presente che siamo una delle Doc territorialmente tra le più piccole d’Italia e, di conseguenza, d’Europa. Però il meccanismo funziona e tutto il sistema gira bene. I rossi e i bianchi di Montecarlo per il momento tengono testa ai mercati, in un momento particolarmente difficile della situazione economica mondiale, con i dazi spada di Damocle perenne che potrebbero incidere su tutto il comparto e due guerre che si fanno sentire. Nonostante tutto sappiamo difenderci".

Con la vendemmia iniziata, c’è stato il ricorso a giovani come negli anni passati?

"Come sempre, ormai è una tradizione, un rito che si ripete, tutto secondo le normative come è giusto che sia – aggiunge il presidente del Consorzio – perché la raccolta è diventata molto dura, paradossale se consideriamo la tecnologia che avrebbe dovuto venirci in aiuto, ma adesso, con i cambiamenti climatici (un tempo si vendemmiava ai primi di ottobre), fare vino non è semplice. Lavorare la terra per i montecarlesi è una missione, spesso sono vigne che ci hanno lasciato i nostri nonni. Anche se adesso bisogna guardare ai fatturati".

Massimo Stefanini