CHIARA TENCA
Cronaca

Spiaggia libera cercasi. L’assessore Scajola: "Sono importanti ma serve equilibrio"

Nel mirino Legambiente "che ogni anno colpisce la Liguria" "Stiamo investendo molto, la percentuale regionale è del 45%. I concessionari rappresentano famiglie e lavoratori da tutelare".

Nel mirino Legambiente "che ogni anno colpisce la Liguria" "Stiamo investendo molto, la percentuale regionale è del 45%. I concessionari rappresentano famiglie e lavoratori da tutelare".

Nel mirino Legambiente "che ogni anno colpisce la Liguria" "Stiamo investendo molto, la percentuale regionale è del 45%. I concessionari rappresentano famiglie e lavoratori da tutelare".

Dopo la denuncia di Legambiente sulla situazione delle spiagge in Liguria – 21 Comuni su 63 non rispettano la quota minima del 40% di libere e libere attrezzate – e le lamentele di diversi cittadini, abbiamo interpellato l’assessore regionale al Demanio marittimo e costiero Marco Scajola sulla situazione presente e sul futuro di questo bene pubblico.

Assessore, un terzo dei nostri Comuni è inadempiente (gli ultimi dati disponibili citati dall’associazione sono quelli demaniali del 2022, ndr): perché non si interviene?

"Legambiente ogni anno in qualche maniera colpisce la Liguria e ne prendiamo atto, ma se facciamo un ragionamento, la regione offre in totale una percentuale che si avvicina al 45%. Rivendichiamo l’importanza delle spiagge libere, che vogliamo tutelare: non a caso nel 2025 abbiamo erogato per il loro ripascimento e servizi vari 2,5 milioni di euro di fondi esclusivamente regionali ai Comuni costieri. Siamo partiti nel 2015 con un milione e arrivati a questa cifra".

Però ci sono situazioni limite che perdurano indisturbate.

"Molte concessioni sono state date dalle Capitanerie di Porto, non è che le istituzioni possano intervenire; inoltre, diversi Comuni fanno fronte a fenomeni come l’erosione, che rendono difficile rispettare le percentuali. C’è un problema di spazi, il turismo negli ultimi anni è notevolmente cresciuto; abbiamo lavorato per riqualificare parti come scogliere danneggiate da mareggiate e renderle riutilizzabili".

Si è parlato molto della deroga della Regione al 40%, fino al 2027. Comporterà conseguenze sul mancato raggiungimento della quota per gli inadempienti?

"Abbiamo ragionato in quest’ottica: entro il ’27, i Comuni dovrebbero fare le evidenze pubbliche, ma per la legge, ciò non è possibile per quelli che non raggiungono il 40%. L’emendamento è stato fatto perché con questo blocco, le amministrazioni non potrebbero modificare nulla in meglio, anche se resta la loro autonomia. Vogliamo dare loro la possibilità di adottare più spiagge libere: non ho ancora sentito un Comune che le voglia cancellare, anche se non seguendo determinate demagogie che vogliono togliere ai concessionari".

Non è previsto dalla deroga l’obbligo di rispettare il 40%.

"Non c’è un riferimento a questo, è piuttosto un provvedimento di buonsenso per permettere di andare a gara. Ribadisco la nostra volontà di investire sulle spiagge libere, in una posizione di equilibrio con i concessionari, che rappresentano famiglie e lavoratori da tutelare. Vogliamo dialogare con i Comuni, colpire chi non raggiunge 40% mi sembrerebbe guerra".

Il caro-ombrellone, però, è un dato di fatto e i liguri per primi stanno rinunciando al mare. Cosa dire di queste tariffe su aree demaniali, anche se la legge non prevede limiti a proposito?

"C’è una crisi generale che sta toccando tante famiglie: sempre di più chiedono aiuti per nuovi alloggi e pagare gli affitti. Questa colpevolizzazione dei balneari mi sembra eccessiva e non bisogna mai fare di un’erba un fascio: credo che gli italiani e anche i liguri abbiano problemi a pagare la spiaggia, ma anche altro. Serve equilibrio e non generalizzare contro una categoria".