MATTEO MARCELLO
Cronaca

Diga Beach, titoli di coda: "L’Ap ha bloccato tutto. Chiediamo trasparenza"

Lo sfogo di Maregatti, ideatore di un piano portato avanti da venti anni. Sollecitato un incontro al neo commissario Pisano: "Riapriamo il confronto".

Il varco di levante della diga foranea del. porto della Spezia

Il varco di levante della diga foranea del. porto della Spezia

Un sogno durato quasi venti anni, che rischia di infrangersi contro gli scogli della burocrazia e della politica. Diga Beach, il progetto per lo sviluppo delle potenzialità turistiche della barriera frangiflutti costruita alla fine dell’Ottocento a protezione nel porto, creato e sostenuto dal 2006 dalla società Isola nella Corrente del geometra Giacomo Maregatti, pare arrivato al capolinea. È lo stesso Maregatti a fare il punto su un piano di sviluppo che non ha mai visto la luce e che oggi, dopo gli ultimi scambi epistolari con l’Autorità di sistema portuale, sembra essere stato definitivamente accantonato dalle istituzioni. Il geometra lancia un appello al neo commissario (e prossimo presidente) dell’Ap, Bruno Pisano, per un incontro che faccia definitivamente chiarezza sulla questione. "Per quasi vent’anni abbiamo investito tempo, risorse economiche e fiducia in un progetto pubblico, seguendo scrupolosamente ogni norma, adempiendo a ogni richiesta, ottenendo approvazioni ufficiali e vincendo ricorsi giurisdizionali. Abbiamo mantenuto in vita una società fondata esclusivamente per dare corpo a questa visione. Oggi ci viene comunicato che non esiste più nulla" dice Maregatti facendo riferimento alla comunicazione via Pec dell’Authority, che facendo riferimento a nuove direttive regionali sulla balneazione ha comunicato che il progetto "non è più considerato di interesse pubblico. Eppure meno di due anni fa l’Ap ci chiedeva formalmente ulteriori integrazioni. Abbiamo sostenuto nuovi costi, nella convinzione che il procedimento fosse in fase conclusiva. È vero: l’imprenditoria comporta rischi. Ma quando l’interlocutore è un ente pubblico, ci si aspetta trasparenza, coerenza e responsabilità" dice Maregatti, per il quale "la “diga della vergogna“ è oggi una delle tante storie del nostro Paese. Non è solo un danno economico, è un danno morale, istituzionale, civile, per la città e per il suo sviluppo". Maregatti, che ha annunciato l’intenzione di non adire le vie legali (come accadde oltre dieci anni fa con i ricorsi vinti al Tar, dopo aver vinto il bando pubblico), sottolinea che "non vogliamo più combattere, ma essere ascoltati. E desideriamo giustizia". Da qui l’appello al neo commissario Pisano "per ristabilire un rapporto di fiducia nelle istituzioni. Il nuovo commissario e futuro presidente, speriamo possa affrontare questa vicenda con attenzione, equità e senso istituzionale. Non chiediamo privilegi, solo che si riapra un confronto autentico, trasparente e costruttivo. Se la spiaggia della città non potrà più essere realizzata, chiediamo almeno che questa conclusione sia il risultato di una valutazione approfondita, motivata e condivisa, non l’esito silenzioso di automatismi burocratici e rimpalli di responsabilità".