MATTEO MARCELLO
Cronaca

Maxi ricorso per il “tempo tuta“. Il tribunale dà ragione ad Asl 5

Al giudice un ricorso collettivo presentato da 191 infermieri per veder riconosciuti i tempi di vestizione

"I ricorrenti non danno la prova che disposizioni aziendali o esigenze ineludibili del servizio impongano loro di effettuare la vestizione e svestizione fuori dell’arco temporale che costituisce il loro debito orario, siano essi diurnisti o turnisti. Non è quindi integrato il presupposto per poter ritenere che i ricorrenti abbiano maturato il diritto alla percezione di un compenso aggiuntivo per una quota di minuti ulteriore rispetto all’orario di servizio". Con questa motivazione il giudice del tribunale civile Giampiero Panico ha rigettato il ricorso collettivo presentato da 191 infermieri di Asl5 – diurnisti e turnisti presenti negli ospedali e nelle strutture sanitarie della provincia – che avevano chiesto il riconoscimento economico legato al cosiddetto “tempo tuta“, ovvero le operazioni di vestizione e svestizione di inizio e fine turno. Una battaglia iniziata nell’autunno del 2023, con la richiesta al tribunale cittadino di accertare e dichiarare il diritto a vedersi incluso nell’orario di lavoro il tempo impiegato a cambiarsi prima e dopo il proprio turno, come intervalli di tempo in cui gli stessi si trovano sul luogo di lavoro, a disposizione del datore e nell’esercizio delle loro funzioni, per la durata di 10 minuti complessivi giornalieri. Gli infermieri avevano chiesto anche la contestuale condanna di Asl5 al pagamento delle somme arretrate.

Nel ricorso i professionisti hanno sostenuto che, pur essendo tenuti ad indossare all’inizio del loro turno di lavoro, apposite uniformi o divise – e poi a dismetterle a fine turno –, non viene loro riconosciuto in termini di controvalore monetario un congruo tempo per tali operazioni. Una posizione contrastata nettamente dall’azienda sanitaria spezzina, che in udienza ha negato di aver mai imposto di procedere all’attività di vestizione prima dell’inizio della prestazione e che, soltanto dopo l’integrale assolvimento del debito orario giornaliero nel luogo di servizio, il dipendente possa dismettere la divisa, o che, per il turnista, il tempo dedicato al passaggio di consegne non consenta pure il cambio d’abito: tutte attività che per Asl si intendono ricomprese nel debito orario, l’unico retribuito. Posizione che è stata sposata dal giudice, che ha rigettato il ricorso collettivo.

Matteo Marcello