
L’intesa permette di ridurre il ricorso allo smaltimento. "Movimentazione vivai da settembre". Un caso unico nel panorama nazionale, che fa scuola sulla cooperazione tra enti pubblici.
L’Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale e quella del Mar ligure orientale passano dalle parole ai fatti. E’ stato siglato un accordo che consentirà di dare nuova vita ai sedimenti marini dei dragaggi per la costruzione della nuova diga foranea di Genova. Un progetto rimasto finora sulla carta e a cui, finalmente, viene impressa un’accelerata importante. L’intesa disciplina il conferimento e il riutilizzo, nell’ambito della costruzione della nuova diga di Genova, dei materiali derivanti dalle operazioni di dragaggio nei porti della Spezia e di Marina di Carrara, secondo quanto previsto dall’articolo 5 del decreto legge 153 del 2024.
L’operazione prevede il recupero e il riutilizzo, in una prima fase, di 500mila metri cubi di materiale, già caratterizzato, con previsione di conferimento di ulteriori quantitativi di materiali previsti dal piano dei dragaggi dell’Adsp del Mar ligure orientale nel triennio 2025-2027, riducendo così il ricorso allo smaltimento e limitando l’estrazione di nuove materie prime. Un patto dalla portata strategica destinata a diventare un modello per la cooperazione tra enti pubblici che apre la strada a concrete pratiche di economia circolare nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali riducendo lo sfruttamento delle materie prime e salvaguardando l’ambiente. Il piano di conferimento, elaborato congiuntamente, stabilisce quantitativi, tempistiche e modalità operative precise, assicurando rigorosi accertamenti sull’idoneità dei materiali nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti, la tracciabilità e la gestione controllata di ogni fase.
"Con questo accordo compiamo un passo strategico che dimostra come la cooperazione tra Autorità di sistema portuale possa generare valore concreto per il territorio e per l’ambiente. I sedimenti dragati che saranno giudicati idonei diventeranno una risorsa utile per realizzare un’opera fondamentale come la nuova diga foranea di Genova" dichiara il presidente dell’Adsp del Mar ligure occidentale, Matteo Paroli. "È un caso unico nel panorama nazionale, che testimonia la capacità delle istituzioni liguri di fare sistema e di mettere in pratica i principi dell’economia circolare nelle grandi infrastrutture. Questa intesa non è solo un accordo tecnico, ma un modello di visione condivisa che lega indissolubilmente lo sviluppo della portualità alla sostenibilità ambientale delle opere", spiega il commissario straordinario dell’Adsp del Mar ligure orientale, Bruno Pisano".
Intanto è quasi tutto pronto per la delocalizzazione degli allevamenti di muscoli fuori dalla diga foranea. Si stanno infatti completando le fasi autorizzative dei Comuni di Lerici (che di recente ha messo a punto l’atto concessorio per la riperimetrazione delle aree fuori diga) e di Porto Venere. Alle quali, successivamente, la Capitaneria di Porto dovrà dare il nullaosta previsto dalla legge. Il trasferimento dei vivai di Santa Teresa dovrebbe partire già da settembre, dichiara Pisano: "Il lavoro è stato appaltato a un’azienda assegnataria che avrà due mesi di tempo per completare il trasloco dei vivai dei mitilicoltori, ossia entro la fine dell’autunno. Un tempo che ben combacia con la semina per garantire la produzione del 2026. Le operazioni di dragaggio con tutta probabilità avranno inizio entro la fine dell’anno e proseguiranno nel 2026".
Ilaria Vallerini