
Una Toscana più connessa, digitale, innovativa e una regione che possa essere modello a livello nazionale: sono gli obiettivi del...
Una Toscana più connessa, digitale, innovativa e una regione che possa essere modello a livello nazionale: sono gli obiettivi del nuovo corso del Consorzio Metis che, con la legge regionale 57/2024 sulla cittadinanza digitale, è diventato organismo in house della Regione per le politiche di innovazione tecnologica e digitale, Ia e cybersecurity. Sarà Francesco Di Costanzo (foto) a guidare da presidente il cda per il prossimo triennio: il cda, presentato a Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente della Regione Eugenio Giani e dall’assessore Stefano Ciuoffo, è composto anche da Angela Bagni e Antonio Tozzi mentre Walter Volpi, che finora è stato amministratore unico del Consorzio, sarà direttore generale. La Toscana vuol essere dunque un modello nazionale: Metis vuole ulteriormente potenziare e diffondere la connettività e si propone di offrire la sua esperienza a supporto di servizi sia a Comuni, cittadini, aziende sanitarie.
Una parte da sviluppare di più sarà quella dell’intelligenza artificiale. A questo si aggiunge un lavoro di allargamento della compagine soci del Consorzio (oggi costituito soprattutto da aziende sanitarie e Regione Toscana), di vicinanza ai territori con team dedicati di supporto alle amministrazioni, di comunicazione e sensibilizzazione sui temi più importanti e impattanti della digitalizzazione.
"Il Metis – spiega Di Costanzo – ha già un piano condiviso con la Regione Toscana che va sviluppato sulla banda ultralarga, sulle reti di connettività 4G e 5G e soprattutto sull’implementazione dell’intelligenza artificiale per avere un quadro chiaro di quelle che sono le vere criticità. Una rilevazione generativa quindi, che non rimane una fotografia ferma ma viene aggiornato costantemente con i dati che ci arrivano dai territori e dai cittadini stessi. Se riusciamo a fare un buon lavoro in questo senso vuol dire progressi per i cittadini, per le aziende che possono essere più competitive, per le pubbliche amministrazioni, che possono offrire servizi digitali di qualità".
Niccolò Gramigni