Firenze, 9 settembre 2025 - Era il 9 settembre del 1985 quando un cercatore di funghi rinvenne nel bosco di Scopeti di San Casciano Val di Pesa (Firenze), i cadaveri dei turisti francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. Ma all’epoca nessuno poteva immaginare che si sarebbe trattato dell'ultimo omicidio attribuito al cosiddetto Mostro di Firenze. Nadine e Jean Michel si erano accampati su quella piazzola con una tenda canadese, lei venne trovata sfregiata come altre tre donne uccise, mentre lui venne finito a coltellate dopo che aveva tentato di scappare. Le perizie medico-legali stabilirono ufficialmente che il mostro ammazzò quella coppia nella notte di domenica 8 settembre tra le ore 22 e le 23. Saranno gli ultimi morti, sedici in totale, della calibro 22. Il killer, dopo quell’ultimo delitto, fece una cosa che non aveva mai fatto in diciassette di anni di macabre esecuzioni: inviò una lettera anonima con un pezzo di quel seno che aveva tagliato con il coltello al magistrato Silvia Della Monica. Quella missiva venne imbucata a San Piero a Sieve, composta da lettere ritagliate da una rivista ed è l’unico elemento in possesso agli inquirenti che ricondurrebbe direttamente al mostro o a un membro dei “mostri”. Nonostante le indagini per cercare un Dna dietro al francobollo, non è risultata alcuna traccia di chi compose la lettera. Strano anche che quella lettera venne indirizzata a Silvia Della Monica, perché nel 1985 non faceva più parte delle indagini. Tuttavia è stata anche l’unica pm donna a dare la caccia al mostro e c’era lei a capo degli investigatori quando, tre anni prima, la scia di omicidi venne ricollegata al delitto avvenuto a Signa nel 1968. Il 14 settembre del 2021, d'intesa con la procura di Firenze, venne fatto un sopralluogo a sorpresa della polizia scientifica nel bosco di Scopeti con personale di Firenze e della direzione di Roma. L'obiettivo era la ricostruzione topografica dei luoghi dell’omicidio con l’ausilio delle moderne tecnologie. I luoghi si erano conservati in modo quasi uguale a 36 anni prima, tuttavia si era modificato in varie fasi il sottobosco dove c'era la tenda in cui si accamparono i due francesi e dove il cercatore di funghi scoprì il cadavere dell'uomo, che tentò una fuga disperata nella macchia per sfuggire ai colpi di pistola che lo uccisero. L’obiettivo era consentire di aggiornare gli studi investigativi fornendo ricostruendo ad esempio la scena del crimine in 3D, dunque uno scenario del luogo del delitto il più esatto e fedele possibile al tempo dell'omicidio del Mostro e quindi, di riflesso, dare riletture importanti alla procura di Firenze. Perché quarant’anni dopo la vicenda del mostro è tutt’altro che chiusa.
Cronaca9 settembre 1985, 40 anni fa l’ultimo delitto del Mostro