
Uno dei momenti della commemorazione dei martiri di Fabbrica (foto d’archivio)
Circa 260mila euro come risarcimento per i parenti delle vittime della strage nazifascista di Fabbrica avvenuta il 24 luglio 1944, il giorno dopo quella altrettanto atroce di Pratale. È quanto ha disposto il giudice Susanna Zanda del Tribunale di Firenze a favore di Renata Bartalesi 89 anni, figlia di una delle vittime, Brunetto morto a 34 anni fucilato a colpi di mitraglia insieme ad altre tre persone ritenute essere partigiani, come si legge nella sentenza. Gli altri erano Giuseppe Vermigli, Bruno Viviani e Carlo Viviani che ferito, riuscì a salvarsi fingendosi morto e a testimoniare la strage. "C’è soddisfazione per la sentenza - spiega l’avvocato Iacopo Casetti che ha assistito Bartalesi – che segue quella di Mirella Lotti per la strage di Pratale. Ma c’è un potenziale rammarico perché queste sentenze rischiano, in questo contesto attuale, di rimanere carta straccia".
I risarcimento Lotti, e dei parenti di Gemignani di San Donato, sono stati infatti ’impugnati’ dall’Avvocatura dello Stato. "A quanto ci dicono il ministero dell’Economia e il governo attuale stanno bloccando gli indennizzi – continua –. Con tutto quanto ne consegue, ad iniziare dall’età della signora Renata. Come avvocati che seguono queste cause chiederemo la riapertura dei termini. Fa male vedere tutte queste resistenze".
"La sentenza a favore della signora Bartalesi, figlia di Brunetto, è una buonissima notizia – commenta il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi – che fa seguito a quelle di un paio di anni fa espresse peraltro dalla stessa giudice, a favore di Mirella Lotti, figlia di Giuliano e nipote di Carlo, uccisi nella strage di Pratale il 23 luglio 2944, il giorno precedente l’eccidio di Fabbrica, e Katia e Sergio Poneti, nipoti di Egidio Gimignani che fu torturato e sepolto vivo a San Donato in Poggio, suo paese di origine, il 20 giugno 1944. Il punto è che fino ad ora, con lo stop e i vari impedimenti da parte dell’Avvocatura dello Stato, anche in presenza di accordi transattivi, nessuno dei familiari è stato risarcito dallo Stato. La battaglia dei familiari è anche la nostra".E, continua Ciappi, "come amministrazione comunale, insieme alla Regione, ci siamo mossi con oltre 50 comuni toscani e italiani, teatro di stragi nazifasciste, e abbiamo attivato una rete istituzionale che opera a livello regionale e nazionale. Continueremo a condurre questa battaglia".