
Nella foto la. riunione del 2023 con il sindaco Tommaso Triberti e l’avvocato Diego Cremona che segue molti casi
Sono ormai numerosi i procedimenti civili, giunti a sentenza del tribunale di Firenze, per il risarcimento danni richiesto dai congiunti delle vittime dell’eccidio nazista di Crespino del Lamone, nel comune di Marradi. Una iniziativa del governo Draghi aveva dato la possibilità ai parenti delle vittime di richiedere un indennizzo per la morte dei loro cari, mitragliati dai soldati tedeschi nell’estate del 1944. Morirono in 42, rastrellati dai Tedeschi. Come i protagonisti delle ultime due sentenze. Entrambi, in quel terribile 17 luglio, lavoravano nei campi, e vivevano in località Casale di Crespino.
Furono presi, portati sul greto del torrente Lamone e con una lunga raffica di mitra furono tutti uccisi. Stessa vicenda, stesse richieste da parte dei nipoti, stesso legale che assiste tutti i ricorrenti crespinesi, l’avvocato Diego Cremona, ma stavolta il giudice ha sentenziato in maniera diversa, e non favorevole in un caso, e solo parzialmente favorevole nell’altro. Analoghi procedimenti, avevano visto la concessione di risarcimenti ai parenti delle vittime di oltre 300 mila euro. Ma l’Avvocatura dello Stato ha eccepito sulla mancanza da parte dei nipoti dell’accettazione dell’eredità, ovvero, dice il giudice, non hanno provato la qualità di eredi, mancando l’accettazione che doveva essere fatta entro dieci anni. Anche nella seconda sentenza questo problema emerge per i nipoti, ma non per tutti.
Perché la figlia del marradese vittima dell’eccidio di Crespino è morta nel 2018 e non è trascorso il decennio previsto per poter effettuare l’accettazione dell’eredità; mentre per altri due nipoti non è così e pertanto il giudice ha respinto la loro richiesta. Concedendo invece al richiedente "regolare", la somma di 344 mila euro. Dura lex, sed lex.
Paolo Guidotti