
Bocciata la consulenza entomologica: "Dati incerti sugli esemplari di larve e sulla temperatura nella tenda". Gli avvocati del nipote, Biscotti e Mazzeo: "La prova è nuova, a breve depositeremo un altro ricorso".
di Stefano BrogioniGENOVANon c’è certezza sulla specie degli esemplari di ditteri che avevano colonizzato il cadavere a causa della bassa qualità delle vecchie foto. E non c’è certezza neanche sulla temperatura a Scopeti e dentro la tenda in cui venne rinvenuto il corpo di Nadine Mauriot, trucidata assieme al fidanzato Jean Michel Kraveichvili nel settembre del 1985 dal mostro di Firenze.
Sono i principali motivi che hanno ispirato l’ordinanza, “pensata“ per oltre un mese, con cui i giudici della corte d’appello di Genova hanno ritenuto inammissibile l’istanza di revisione dell’ergastolo inflitto a Mario Vanni, il postino di San Casciano condannato in qualità di “spalla“ di Pietro Pacciani per quattro delitti, firmati dalla calibro 22, avvenuti nelle campagne intorno a Firenze tra il 1982 e il 1985. La consulenza, che retrodata al venerdì il delitto, puntava a demolire la testimonianza di Giancarlo Lotti, che collocandosi con l’amico Ferdinando Pucci sulla piazzola di Scopeti, disse di aver detto Pacciani e Vanni ucciderà di domenica sera.
"La battaglia processuale per fare annullare la sentenza di condanna a Mario Vanni proseguirà, come previsto, in Cassazione", rispondono i legali Antonio Mazzeo e Valter Biscotti.
"La prova scientifica di entomologia forense - proseguono - potrebbe essere considerata in sé prova nuova, ma la Corte in tre pagine di motivazione solo su questo punto, l’ha ritenuta in questo caso di fatto non applicabile".
"La corte d appello - dice Antonio Mazzeo - è entrata largamente sul merito della questione e giuridicamente e per giurisprudenza consolidata della Cassazione non lo poteva fare. Ed è un errore, questo, che in tali contesti le corti territoriali commettono spesso e la Cassazione annulla". La bocciatura dell’istanza era, secondo Valter Biscotti, "una possibilità ampiamente prevista e il ricorso per Cassazione era già in cantiere e nelle prossime ore sarà depositato , continuerà in ogni caso la proficua collaborazione con la procura della Repubblica di Firenze".
"C’è però una sorprendente coincidenza - aggiungono i legali - tra la pronuncia di Genova e la contemporanea diffusione notizia della paternità di Natalino Mele (cosa nota negli ambienti di chi si occupa del caso) quasi a distrarre l’attenzione sul ’pericolo’ dell’annullamento della sentenza dei compagni di merende ancora sotto giudizio della Cassazione".
Ma, secondo i giudici di Genova, "la perizia entomologica, che indubbiamente si avvale di tecniche, scientifiche, non conosciute all’epoca dei fatti, nel caso concreto non introduce elementi di novità, poiché quelli anticipati con le consulenze, non hanno attendibilità dimostrativa, a causa dei dati utilizzati non conformi a quelli accertati nel processo e inficiati da inesattezze".
"Né tantomeno - si legge ancora nell’ordinanza - è compito della Corte, poiché esula dal giudizio di revisione, licenziare una perizia entomologica, basata su presupposti che sarebbero totalmente diversi da quelli utilizzati dalla difesa, poiché avrebbe valenza meramente esplorativa, a fronte invece di quadro probatorio assolutamente univoco e granitico sull’epoca della morte".