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Cronaca

Rientro a scuola, i consigli della psicologa e psicoterapeuta: “Routine graduale e ascolto dei figli”

Alessandra Bondi, però, allarga lo sguardo oltre la ripartenza di settembre, sottolineando criticità più ampie: “Il calendario scolastico andrebbe ripensato. Tre mesi di chiusura estiva sono troppi”

Un'aula scolastica

Un'aula scolastica

Firenze, 11 settembre 2025 – Zaini da preparare, orari da ristabilire, emozioni da gestire. Per migliaia di bambini e ragazzi toscani è tempo di tornare sui banchi dopo la lunga pausa estiva, un passaggio che, come ogni anno, porta con sé entusiasmo ma anche qualche tensione. “Il rientro a scuola non è solo un fatto organizzativo – sottolinea la psicologa e psicoterapeuta Alessandra Bondi – ma un vero cambiamento della vita quotidiana, che va accompagnato con attenzione e gradualità”.

Il primo passo, spiega l’esperta, è riportare i ritmi a una normalità vicina a quella scolastica: sveglie un po’ più mattutine, pasti regolari, sonno anticipato. “Sono piccole abitudini – osserva Bondi – ma capaci di ridurre lo ‘shock’ del primo giorno”. Accanto all’organizzazione pratica c’è però la dimensione emotiva. I genitori, suggerisce la psicologa, devono saper ascoltare: chiedere ai figli cosa si aspettano, quali paure hanno, cosa li emoziona. “Ansia e timidezza sono reazioni normali – spiega –. Riconoscerle e condividerle le rende meno ingombranti. Coinvolgere i bambini nella scelta dello zaino o nella preparazione del materiale restituisce loro il senso di essere protagonisti e non semplici spettatori”.

Anche lo spazio domestico gioca un ruolo decisivo: un angolo di studio ordinato, ben illuminato e privo di distrazioni favorisce la concentrazione, così come un equilibrio fra impegni scolastici e momenti di svago. “I ragazzi hanno bisogno di tempo libero, sport e gioco – aggiunge Bondi – per ricaricare energie e affrontare meglio lo studio”.

Il rientro non riguarda soltanto gli studenti: anche i genitori devono imparare a gestire l’ansia. “Spesso quella dei figli riflette quella degli adulti – ricorda la psicologa –. Mostrarsi organizzati e fiduciosi, senza pressioni eccessive, è fondamentale. Preparare materiali e orari con anticipo aiuta a ridurre lo stress dell’ultimo minuto”.

Bondi, però, allarga lo sguardo oltre la ripartenza di settembre, sottolineando criticità più ampie. “Il calendario scolastico andrebbe ripensato. Tre mesi di chiusura estiva sono troppi: in questo tempo aumenta la dispersione scolastica, soprattutto nelle famiglie in difficoltà. Molti adolescenti restano soli, passano le giornate davanti a tv e cellulare. L’adolescenza è un periodo delicato: non possiamo permetterci di ‘abbandonare’ i ragazzi per così tanto tempo”.

C’è anche un problema strutturale: “Le scuole italiane non sono pensate per restare aperte in estate. Mancano spazi adeguati, manca l’aria condizionata. Ma sarebbe un investimento utile, che darebbe continuità educativa e nuove opportunità di lavoro. La scuola deve essere un laboratorio, un luogo vivo dove bambini e ragazzi trovano stimoli, creatività, talenti da coltivare. Interrompere per mesi questa crescita è un danno”.

Il rientro a scuola, insomma, è un momento atteso e positivo. Ma, conclude Bondi, “se vogliamo davvero mettere i giovani al centro, dobbiamo pensare a una scuola capace di accoglierli e sostenerli tutto l’anno o quasi”.