È un artista simbolo dell’arte del Quattrocento a Firenze, uno dei padri dell’arte del Rinascimento, maestro della prospettiva e dell’uso della luce nel rapporto tra figurazione e spazio.A Beato Angelico è dedicata la grande mostra che si aprirà il 26 settembre (fino al 25 gennaio) nella doppia sede di Palazzo Strozzi e del Museo di San Marco. A cura di Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, l’esposizione è il frutto di 4 anni di lavoro, e la prima a Firenze dedicata al frate domenicano (1395 circa – 18 febbraio 1455) dopo ben settant’anni.
Il percorso espositivo riunirà dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e collezioni italiane e internazionali, ma anche da numerose chiese e istituzioni territoriali di grande valore storico e culturale, tra cui Fiesole.Attraverso le sue opere verranno illustrati la produzione, la qualità assoluta di questo artista, lo sviluppo e l’influenza dell’arte di Beato Angelico in dialogo con pittori come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, ma anche scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia.
L’esposizione, co-organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi insieme alla Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, è stata anche l’occasione per restaurare numerosi capolavori grazie a un’articolata campagna di interventi. Inoltre, saranno riuniti per la prima volta pale d’altare di uno dei principali maestri dell’arte italiana di tutti i tempi, disperse da oltre duecento anni.Beato Angelico è celebre per un linguaggio artistico che, partendo dall’eredità tardogotica, utilizza i principi della nascente arte rinascimentale per creare opere famose per la maestria nella prospettiva e l’uso della luce. Con lui emerge la capacità di innovazione artistica in relazione a un profondo senso religioso, fondato su una meditazione sul sacro in connessione con l’umano.
La sezione della mostra all’interno del Museo di San Marco è co-curata da Stefano Casciu (direttore regionale Musei nazionali Toscana – MiC) e Angelo Tartuferi, già direttore del Museo di San Marco.