BARBARA BERTI
Cronaca

Firenze sposa l’Europa. Il Settecento agli Uffizi

Fino al 28 novembre nelle sale del piano terra delle Gallerie. La mostra curata dal direttore Simone Verde e da Alessandra Griffo.

Il direttore Simone Verde con Alessandra Griffo, responsabile Pittura del Settecento

Il direttore Simone Verde con Alessandra Griffo, responsabile Pittura del Settecento

Il percorso parte con la produzione artistica al tempo degli ultimi Medici, nei primi decenni del Settecento e si conclude con una serie di opere legate al Grand Tour, tra le quali una spettacolare visione del ‘Vesuvio in Eruzione’ di Thomas Patch.

Fino al 28 novembre, nelle sale del piano terra delle Gallerie degli Uffizi, si può visitare la mostra ‘Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi’, curata del direttore Simone Verde e da Alessandra Griffo, responsabile della Pittura del Settecento. Con questa esposizione il museo riattiva un archivio interno, rimettendo in circolazione circa 150 opere tra dipinti, sculture, porcellane, arredi e oggetti da collezione, molte delle quali mai esposte prima. L’iniziativa si muove su doppio binario: da un lato documenta un periodo segnato da importanti trasformazioni politiche, estetiche e istituzionali e dall’altro interroga la costruzione stessa della memoria museale, mettendo in evidenza il ruolo che gli Uffizi hanno avuto nel passaggio da collezione dinastica a museo moderno. Il ‘Secolo dei Lumi’, infatti, è per Firenze e per le Gallerie, un periodo di transizione. Con la morte dell’ultima Medici, Anna Maria Luisa, e l’arrivo dei Lorena, cambiano le modalità di conservazione, accesso e organizzazione delle opere. Nel 1769, con Pietro Leopoldo, gli Uffizi vengono aperti per la prima volta ai cittadini: il 24 giugno in occasione di San Giovanni, patrono della città.

"Gli Uffizi non sono solo Rinascimento ma sono nati come museo moderno nel Settecento. Oltre a ciò le Gallerie posseggono una collezione sterminata ed enciclopedica, che spazia dall’antichità ellenistica e romana al Novecento e persino all’arte contemporanea, senza parlare della raccolta d’autoritratti d’artista, la più vasta al mondo. Uno degli obiettivi di questa mostra, incentrata sul XVIII secolo, è proprio testimoniare questa vastissima varietà e ricchezza collezionistica, esaltando al contempo un secolo fondamentale per il cambiamento della società, del costume, della politica e della cultura, in cui le missioni pubbliche del nostro museo, e molto di ciò che siamo oggi, hanno visto la luce" sostiene il direttore Verde.

Il percorso espositivo mostra i ritratti ufficiali (di Cosimo III, del Gran Principe Ferdinando e di Gian Gastone; di quest’ultimo spicca l’interpretazione di Joan Richter) accanto a quelli meno formali realizzati da Mengs, Vigée Le Brun, Goya. L’esposizione fa vedere anche la nascita di una classificazione critica delle opere, attraverso l’influenza dell’abate Luigi Lanzi, autore della ‘Storia pittorica dell’Italia’. La ripartizione in scuole regionali (toscana, veneta, emiliana) anticipa l’impianto moderno della museografia. Non mancano varchi verso oggetti e linguaggi minori o disallineati: dipinti orientalistici, curiosità esotiche, porcellane cinesi, materiali legati al collezionismo settecentesco. Ampia, poi, la sezione dedicata al Gabinetto delle Antichità Erotiche, con sculture a soggetto mitologico o sessuale che rievocano il clima libertino del tempo e la fortuna del nudo nell’immaginario neoclassico. Un altro nucleo si concentra sull’estetica del Sublime: il bello è ‘superato’ da un senso di stupore e sgomento, qui declinato in iconografie di picchi innevati, rovine e cascate. Tra gli elementi distintivi dell’esposizione, la presenza di un cantiere di restauro attivo.

‘Il Matrimonio mistico di Santa Caterina’ di Pierre Subleyras, recentemente acquisito dagli Uffizi, viene sottoposto a intervento conservativo direttamente in sala. Una scelta che sottolinea la volontà di rendere visibile il processo, e che suggerisce una visione del museo come spazio di lavoro, non solo di esposizione. "Le opere – commenta Griffo – oltre a essere di grande qualità, hanno il pregio di offrire spunti per conoscere un secolo cruciale per la formazione della mentalità, della sensibilità e persino del gusto moderno. Oggi a Firenze arrivano ogni anno milioni di persone, attratte dal mito del primo Rinascimento; ecco, la riscoperta di questo periodo avvenne proprio nel corso del Settecento".