OLGA MUGNAINI
Cronaca

Al Novecento la città delle donne. Un omaggio all’universo di Bonechi e alle sue figure senza tempo

Una mostra di 25 opere che dialogano con la collezione permanente del museo, fino al 29 ottobre. La personale che racconta la carriera dell’artista valdarnese, Bettarini: "Ha lasciato un segno indelebile".

“Corteo muliebre“ del 1987, olio su tela. Una delle opere di Lorenzo Bonechi da oggi in mostra al Museo Novecento

“Corteo muliebre“ del 1987, olio su tela. Una delle opere di Lorenzo Bonechi da oggi in mostra al Museo Novecento

Donne eteree ma concrete, collocate tra paesaggi armoniosi e architetture minimali, talvolta simili a sante eremite, altre portatrici di una duplice natura: terrena e divina, evocando al tempo stesso sia immagini della cristianità che le Korai greche. Sono le figure di Lorenzo Bonechi, l’artista valdarnese (Figline Valdarno, 1955 – 1994), a cui il Museo Novecento rende omaggio con una mostra di 25 opere che dialogano con la collezione permanente del museo.

I curatori, Sergio Risaliti e Eva Francioli e in collaborazione con l’Archivio Lorenzo Bonechi, hanno scelto di evidenziare la parte del suo universo artistico dedicato alle figure femminili, etere e e sacre, che rimandano alla pittura del Trecento e più indietro fino alle icone bizantine, per farsi parabola universale di bellezza, purezza e rivelazione. Da tutto questo il titolo “La città delle donne”, che da oggi prosegue fino al 29 ottobre 2025, per raccontare la carriera di un grande artista del territorio, iniziata alla fine degli anni Settanta.

Lorenzo Bonechi prende parte al fervente panorama degli anni Ottanta, segnati non solo dalla Transavanguardia, ma anche dall’Anacronismo e dalla Pittura colta. Artefice di una ricerca fondata sul disegno, sperimenta incisione e scultura, per poi dedicarsi, a partire dal 1982, quasi esclusivamente alla pittura, utilizzando tempera e olio. Delle sue figure diceva: "Sono in sostanza corpi umani in cui si vuol esaltare la più perfetta delle forme create, la più amata dagli dei . Queste statue al primo momento ci possono apparire rozze, rigide, assenti, ma sono le prime emozionanti rappresentazioni dell’uomo nella assoluta nobiltà della sua forma".

La mostra attraversa alcuni dei temi più ricorrenti nella pratica dell’artista: le figure sospese nel tempo, l’indagine sulla sacralità dell’esistenza, la Città celeste, il paesaggio – antropizzato o naturale – che diventa talvolta protagonista assoluto della rappresentazione.

"L’esposizione al Museo Novecento vuole gettare nuova luce su un artista di straordinaria profondità prematuramente scomparso - afferma Sergio Risaliti –, già in vita apprezzato a livello internazionale. Al Museo Novecento compete valorizzare le proprie prestigiose collezioni, la scoperta di giovani talenti, il recupero di figure artistiche magari poco considerate nel gioco dell’arte nonostante il valore indubbio della loro produzione".

Le sue opere sono state presentate in prestigiosi musei e gallerie: dal National Museum of Modern Art di Tokyo alla Tate Gallery di Londra, dallo Smithsonian Hirshhorn Museum di Washington alla Sperone Westwater Gallery di New York.

"Questa esposizione rappresenta un omaggio doveroso a un artista che ha lasciato un segno indelebile nel panorama internazionale", ha aggiunto l’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio, Giovanni Bettarini.