
Al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure è appena arrivata una preziosa croce processionale realizzata nel 1501. Aperture serali per scoprire la storia della manifattura artistica e la tecnica del commesso fiorentino.
Fino a oggi era stato messo in mostra solo in occasione di Milano Expo 2015, ma non si presentava in tutta la sua eccezionale bellezza. Il ‘Frammento Vaticano’, unico resto del ciclo di pitture murali che Giotto e la sua équipe realizzarono nel primo quarto del XIV secolo nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano, è visibile fino al 1° novembre al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nell’ambito del ciclo ‘Caring for Art. Restauri in mostra’. E si può ammirare in tutto il suo splendore grazie al restauro, durato tre anni e curato proprio dai professionisti di quello che è il centro di competenza e riferimento nazionale nel settore della conservazione di opere d’arte.
"Si tratta di una porzione di pittura murale staccata, attualmente inglobata in un letto di gesso che ne costituisce il supporto, raffigurante due sobrie e potenti figure di santi a lungo identificate, a torto, con San Pietro e San Paolo" racconta Renata Pintus, direttore del settore pitture murali dell’Opificio. L’antica Basilica di San Pietro, eretta nei primi secoli del Cristianesimo, fu progressivamente demolita a partire dal XVI secolo per far posto al progetto di Bramante e Michelangelo.
"Della decorazione murale trecentesca affidata al più importante pittore del tempo e la cui memoria è tramandata nelle fonti, questo frammento è l’unica testimonianza materiale, sopravvissuto per il suo valore testimoniale e devozionale e perciò conservato nel tempo con grande cura. Un’iscrizione sul retro ricorda come, nel 1610, l’opera fu donata da Pietro Strozzi, canonico della basilica vaticana e segretario di Papa Paolo V, a Matteo Caccini. Quest’ultimo, riconoscendone l’importanza, provvide a farlo ornare e a esporlo al culto, non sappiamo in che luogo, nel 1625" aggiunge Pintus.
"A partire dal 2016 l’Opificio ha intrapreso una minuziosa campagna di indagini diagnostiche, seguita da un attento restauro. L’intervento ha avuto come fulcro la rimozione di ridipinture e patine sovrapposte nel corso dei secoli, che avevano progressivamente compromesso la leggibilità del pezzo, oscurando la raffinatezza della pittura originaria" spiega la Soprintendente Emanuela Daffra pronta ad accogliere un altro gioiello da restaurare. "È appena arrivata la preziosa croce processionale realizzata nel 1501 da Gian Francesco dalle Croci per la chiesa di San Francesco di Brescia, un manufatto di alta oreficeria oggetto di un importante progetto di studio, ricerca e restauro" aggiunge Daffra spiegando che all’Opificio, in media, giunge un’opera al mese ‘bisognosa’ di cure.
"L’attività dell’istituto si articola in undici settori di restauro e di ricerca individuati in base ai materiali costitutivi delle opere d’arte. Abbiamo circa sessanta restauratori, per lavori particolarmente complessi diamo vita a collaborazioni con professionisti esterni" aggiunge ricordando che non sempre le opere restaurate vengono messe in mostra per mancanza di spazi.
Il museo è la diretta filiazione della manifattura artistica fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici per la lavorazione delle pietre dure. "Nelle prime sale sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, poi quelle del periodo postunitario" illustra Maria Emilia Masci, responsabile ufficio promozioni culturali. Il piano rialzato del museo, invece, è dedicato alle tecniche di lavorazione, partendo da quella del ’commesso fiorentino’. "Dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. Si può in tal modo ripercorrere il processo completo, dall’ideazione all’opera finita, e scoprire i meccanismi più intimi di un affascinante episodio di storia artistica fiorentina" conclude Masci.
Il museo, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,15 alle 14, sarà eccezionalmente visitabile il primo e ultimo venerdì d’agosto dalle 19 alle 23 mentre a settembre e ottobre saranno promosse delle aperture pomeridiane.