REDAZIONE FIRENZE

Maxi campo per pochi: "È vero, abbiamo solo mille spettatori. Ma ora si può crescere"

Il vicepresidente dell’Unione Rugby Firenze: "Un problema i 4mila posti?. Oggi al Padovani c’è una sproporzione, però è anche un’opportunità".

A destra Giovanni Landini, vicepresidente dell’Unione Rugby Firenze

A destra Giovanni Landini, vicepresidente dell’Unione Rugby Firenze

Il Padovani è lì, nel cuore di Campo di Marte, con le nuove tribune da quattromila posti. Una cattedrale nel deserto, verrebbe da dire. Ma chi lo vive ogni giorno non ci vede uno spreco: Giovanni Landini, vicepresidente dell’Unione Rugby Firenze, squadra di serie A, padrona di casa dell’impianto, parla di un’occasione da sfruttare. Presidente, le nuove tribune fanno impressione. Non rischiano di restare vuote?

"È vero, oggi c’è una sproporzione. Quando giochiamo i match più importanti arriviamo a mille spettatori. Vedere spalti così grandi può colpire. Però è un investimento che potrà solo giovare al rugby fiorentino".

In che modo?

"Un bell’impianto attira più persone e incentiva anche le sponsorizzazioni. Dal nostro lato abbiamo un piano di espansione chiaro. Vogliamo portare più giovani, rafforzare anche il settore femminile, aggregare le realtà e i giocatori locali e, soprattutto, conquistare risultati sportivi. Se cresciamo sul campo e intorno al campo, quelle tribune non resteranno vuote. Nel giro di qualche stagione puntiamo a riempirle".

Adesso chi viene a vedervi?

"Appassionati storici, affetti e parenti dei giocatori, molti ex rugbisti. Gli spalti sembrano una grande famiglia. Ma rispetto al passato il bacino si sta allargando. Si vede un ricambio generazionale, con ragazzini che provano il rugby dopo averlo conosciuto a scuola o tramite amici. Questo è il segnale che la direzione è quella giusta".

E’ cambiato il rugby a Firenze rispetto al passato?

"Era un altro mondo, era di nicchia. I campi dissestati e ricoperti di mota. Oggi ci sono impianti dotati di tutto (ristorazione, bar, servizi), con manti sintetici dove le famiglie possono passare le giornate intere. Meglio così".

Cosa serve ancora per crescere?

"Dobbiamo favorire la crescita delle piccole realtà territoriali. I contributi tecnici a livello locale sono essenziali affinchè i migliori giocatori emergano e abbiano un futuro. Insomma se un ragazzo è forte dobbiamo riuscire a farlo andare avanti e farlo rimanere a Firenze".

Un impianto così grande come il Padovani può diventare anche altro?

"Sì, e noi siamo i primi a volerlo sfruttare. Può ospitare eventi, concerti, manifestazioni sportive. Stiamo lavorando per portare qui la Benetton Treviso e altri grandi club italiani ed europei per alcuni match".

Potrà avere una sorta di funzione turistica così?

"Sì, francesi, gallesi, irlandesi notoriamente si muovono per i match di palla ovale. Portare queste realtà e incentivare un turismo sportivo puro e tra i nostri obiettivi".

Una specie di polo attrattivo? "Assolutamente. Firenze ha già un richiamo mondiale, se ci aggiungiamo un grande evento di rugby le tribune da quattromila posti diventano un vantaggio, non più un problema".

E tra dieci anni come si immagina il rugby fiorentino?

"Credo che la città avrà un ruolo sempre più centrale e il pubblico crescerà. In ogni sport, quando lo squadra cittadina porta risultati, come è tra i nostri obiettivi fare, il capoluogo risponde".