CARLO CASINI
Cronaca

Ma San Godenzo ha paura. La ’veglia’ è quasi deserta: "E se ci fosse un mostro?"

Tra i tavolini di solito pieni di residenti inizia a serpeggiare il malumore "L’ultimo fatto di sangue qui risale a 700 anni fa: speriamo nella verità".

L e tracce di sangue nel bosco nel punto in cui è stato ritrovato il cadavere della 52enne di origini tedesche

L e tracce di sangue nel bosco nel punto in cui è stato ritrovato il cadavere della 52enne di origini tedesche

È una serata mesta a San Godenzo, all’indomani della scoperta del cadavere di Franka Ludwig. L’estate è ormai esplosa, sono i mesi in cui il borgo solitamente raggiunge il massimo della vita. Qui, a metà costa della montagna dove i rigori dell’inverno durano a lungo, questa è la stagione dove ci si gode volentieri la piazza di sera. Ed è una serata eccezionalmente calda: fino a mezzanotte si sta in maniche corte, 25 gradi, evento raro qui, mentre però giù nella lontana Firenze la colonnina ancora sfiora i 30. Sono tanti i cittadini che scappano dalla calura e vengono qui a cercare fresco nelle seconde case, negli agriturismi e solitamente animano la piazza a veglia. Più che una piazza, un tratto in cui la Toscoromagnola diretta Oltreappennino fa un curvone e si slarga, con la chiesa, il portico, l’albergo ristorante meta di pellegrinaggio per gli amanti dei tortelli e degli arrosti girati, tre bar tabacchi, l’edicola-merceria, la macelleria, la banca, una bottega.

Però la veglia adesso la sera è sottotono. Ci sono stranamente diversi tavolini liberi. La notizia è ruzzolata giù a valle dalla fonte del Borbotto come quella frana del 1335 che scapitozzò il Falterona e ancora si tramanda nella tradizione orale, trascinando giù dal monte che partorisce l’Arno fango, morte e due mostri, travolgendo come uno tsunami la frazione di Castagno d’Andrea, proprio sotto al sentiero incriminato.

Settecento anni dopo, non c’è fango, ma morte sì. E, qualcuno quaggiù, in attesa che arriva conferma o smentita di una morte causata da un pirata della strada o da una fatale cadut, teme pure un ’mostro’. "Un fatto così mette paura – confida una ragazza, occhi grandi e spaventati – Non si esce mica tanto volentieri la sera dopo questa cosa. E se ci fosse un malintenzionato che gira qui intorno?". "Voi a Firenze ci siete più abituati, certo – fa eco la sua amica – Ma qui non succede mai niente del genere, un cadavere ritrovato senza un perché e un’indagine aperta per omicidio non si era mai vista. Ci sembrava già vicino quello della Rufina, ma almeno quello aveva un nome, si sa chi è stato. Questa tragedia invece non ha un responsabile, una spiegazione".

E in un paese dove si sa tutto di tutti, non sapere inquieta, per giustizia verso la vittima e verso la comunità. E si spera che le indagini, come il conte Guidi nel 1335, mettano fine al borbottio su mostri e malintenzionati, dando una spiegazione. Quello del conte Guidi, con tutta probabilità, era un fossile di dinosauro uscito dalle viscere del Falterona. Ma per quello del 2025 ancora si brancola nel buio.

Tra i tavolini si parla di tutto, ma l’argomento è quello, le domande che ci si pone sono tante. Tra cui come e con chi fosse arrivata la donna. "Non è stata trovata su un sentiero impercorribile, ma sulla strada che da Castagno arriva alla fonte del Borbotto – è una considerazione su cui ci si arrovella –. La strada a un certo punto diventa sterrata, ma lì in macchina ci si può arrivare, però non ci arriva nessuna corriera". Intanto il paese si stringe intorno a se stesso e aspetta che questa morte sia trovata una risposta.

Carlo Casini