
L’ex ministro Valdo Spini
Mesi e mesi per arrivare a due candidati ufficiali - Eugenio Giani per il centrosinistra, Antonella Bundu per la ‘sinistra-sinistra’, in attesa dell’investitura di Alessandro Tomasi per il centrodestra che però è in corsa – e ora, in vista delle Regionali di ottobre, si parla di liste. Ma la campagna elettorale vera, soprattutto sui temi, deve ancora partire. "Deve iniziare al più presto un confronto con la società civile, produttiva, le associazioni, gli elettori", dice Valdo Spini, ex ministro e ora presidente della Fondazione Circolo Rosselli che a marzo scorso ha presentato un Quaderno ricco di indicazioni sui problemi della Regione al fine, ricorda Spini, "di stimolare un dibattito non solo a Firenze ma in tutta la Toscana".
C’è disaffezione per la politica: il rischio astensionismo è elevato. "Alle ultime Europee siamo scesi sotto il 50%: erano elezioni di tipo diverso ma è un grande campanello d’allarme". Il balletto sui nomi forse non ha aiutato. "Paradossalmente questo può aver giovato allo stesso Giani, perché lo ha messo al centro di un lungo dibattito. Per me l’esito era scontato sia perché è il presidente uscente, sia per il suo piazzamento nei sondaggi. I dibattiti sui nomi ci sono sempre stati, ma in altri tempi la coalizione sarebbe nata con grande anticipo e questo avrebbe reso possibile un dibattito più ampio e partecipato".
A proposito: il Pd stavolta rischia di perdere molte caselle in consiglio regionale. "Sì, questo può creare dei problemi ma sono convinto che se la volontà è quella di creare una coalizione che possa fare da esempio per la ripresa del centrosinistra a livello nazionale, non si può fallire. Questa considerazione avrà il suo peso".
In Toscana il campo largo sembra destinato a resistere, ma comporre la giunta, con tutte queste anime, non potrebbe essere un problema per Giani? "Il campo largo resisterà, per dimostrare che si può agire in modo costruttivo sui temi, anche su quelli che possono essere divisivi. Sulla giunta credo che il risultato elettorale possa contribuire, da lì si capiranno i rapporti di forza, anche poi per l’assegnazione dei ruoli".
Da ex ministro dell’ambiente: si parla ancora troppo poco del verde? "Credo che le recenti alluvioni che hanno colpito anche aree produttive importanti della nostra regione siano ormai la dimostrazione estremamente chiara che l’ambiente ha bisogno di essere curato, anche per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda la nostra politica urbanistica credo che, se vogliamo evitare lo svuotamento di città come Firenze, il tema della dotazione di verde e della sostenibilità ambientale vada curato e portato avanti. Il verde è uno dei punti imprescindibili di un programma elettorale".
Cosa pensa di termovalorizzatore e parco della piana? "Il parco della piana è importante e va realizzato, non mi sembra incompatibile con l’aeroporto. Quanto ai termovalorizzatori, non possono essere imposti ai Comuni. Innanzitutto bisogna veramente attuare pienamente il riciclaggio. Sugli altri temi poi mi faccia dare un suggerimento".
Quale? "Come abbiamo scritto nel nostro ‘Quaderno’, cercherei di dare maggior attenzione alla costola industriale della nostra regione e dunque a lavoro e occupazione. Ad esempio in Toscana il problema della crisi della moda va affrontato".
E poi? "Punterei molto sulla cultura, che è legata anche ad un corretto uso delle città. Naturalmente va data massima attenzione e massima chiarezza su sanità, multiutility, servizi. Dobbiamo sviluppare un grande progetto riformista per la Toscana".
Niccolò Gramigni