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Il viaggio nella Gran Loggia Alam. Tra cappucci e salotti di velluto: "Non abbiamo nulla da nascondere"

A palazzo Ubaldino Peruzzi si trova la sede dell’organizzazione massonica finita al centro dell’inchiesta di Prato "Quella di Cocci è una storia a parte, qui viene gente normale, politici e vip sono pochi e non di prima fascia".

Uno scatto del salotto rosso, cuore pulsante della Gran Loggia d’Italia degli Alam a Palazzo di Ubaldino Peruzzi

Uno scatto del salotto rosso, cuore pulsante della Gran Loggia d’Italia degli Alam a Palazzo di Ubaldino Peruzzi

di Pietro Mecarozzi

Fendenti di luce tagliano il salotto rosso facendo brillare nell’aria onde di polvere. Le panche in legno ricordano la navata di una chiesa cattolica. Tende, bandiere e suppellettili gli conferiscono un’aurea quasi istituzionale, come una sorta di parlamento occulto. Cappucci neri riposano in un angolo, su un trespolo il martelletto in legno da ’giudice’, sopra gli scranni triangoli con simboli intagliati e la scritta "Agdgadu", acronimo di "Alla gloria del grande architetto dell’universo".

Qui, a Palazzo di Ubaldino Peruzzi – in Borgo de’ Greci, a pochi passi da piazza Signoria –, nel cuore pulsante della Gran Loggia d’Italia degli Alam (Antichi liberi accettati muratori), si incontrato le sezioni massoniche di Firenze. Sono 16 in tutto le logge ’cittadine’, per un totale di circa 350 iscritti.

Di questa ’obbedienza’ fa parte anche la loggia Sagittario di Prato, definita in gergo ’locale’, finita al centro dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse nei confronti dell’ex capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Prato, Tommaso Cocci. In passato segretario della loggia che ha visto ai vertici, fino al 2020, l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, travolto la scorsa estate dall’inchiesta per corruzione insieme alla sindaca Ilaria Bugetti, costretta a dimettersi. Cocci ha ammesso di essere iscritto alla loggia da 12 anni e di essere in sonno da giugno. L’ipotesi di reato formulata dal procuratore di Prato, Luca Tescaroli, è revenge porn e diffamazione.

Due giorni fa al portone in legno di Palazzo Ubaldino – che ospita gli uffici regionali e provinciali della Loggia Alam – si è presentata la guardia di finanza con un decreto di perquisizione. Sono stati sequestrati gli elenchi degli iscritti e altri documenti pare di natura contabile. "Ma in particolare hanno preso le carte riguardanti la loggia Sagittario", spiega F. un ’fratello’ storico della sezione Alam Firenze.

"Non abbiamo niente da nascondere – aggiunge mentre ci mostra le altre sale del piano, adornate con stucchi e affreschi di epoca rinascimentale e barocca –, qui vengono uomini e donne normali". Nessun vip, nessun politico? "Pochi e non di prima fascia, per così dire – continua l’uomo –, ma non possiamo chiaramente svelare i loro nomi".

Il ’tour’ continua negli uffici amministrativi. Più che un luogo "spirituale", come lo definisce il nostro Cicerone, sembra la sede di un’azienda. Al vertice di Firenze, si legge nel dépliant fornitoci, c’è Alberto Appicciafuoco, grande ispettore provinciale. Mentre alla Regione c’è il delegato magistrale Massimo Tommaso Esposito. Tutti rendono conto al gran maestro della Loggia, Luciano Romoli.

"Prato è una storia a parte – conclude l’uomo - qui ogni settimana ci si incontra per riflettere, per dialogare. Nulla di più".