
Il ’quartiere’ di 18 mila metri quadrati ex Cassa di Risparmio tra via Bufalini e piazza Brunelleschi
Nulla da fare per il colosso Namira e per il suo fondo Kalon: la richiesta di sospensiva del regolamento ’anti’ locazioni turistiche brevi dal Comune di Firenze entrato in vigore a maggio 2025 è stata respinta dal Tar della Toscana. La società milanese di gestione patrimoniale e degli investimenti, specializzata in strategie azionarie e creditizie su diverse classi di attività immobiliari, ad aprile 2024 ha acquistato da Tom Barrack, noto immobiliarista e amico di Donald Trump, il ’quartiere’ di 18 mila metri quadrati ex Cassa di Risparmio tra via Bufalini e piazza Brunelleschi (anche conosciuto come ’complesso Bufalini’).
Secondo quanto emerso durante la commissione urbanistica di aprile di quest’anno, Namira – che gestisce attualmente oltre 1,5 miliardi di asset immobiliari attraverso 21 fondi – dovrebbe destinare i 150 appartamenti in costruzione nel palazzo di via Bufalini alle locazioni a breve termine. Come è possibile? La società meneghina, così come ha fatto Hines per l’ex Comunale, avrebbero firmato le convenzioni prima della variante deliberata da Palazzo Vecchio (non retroattiva), e quindi non rientrerebbe nel blocco del cambio d’uso imposto dal regolamento affitti brevi.
Detto ciò, Namira ha deciso comunque di citare in giudizio Palazzo Vecchio, contestando il regolamento entrato in vigore a maggio 2025 che preclude l’insediamento all’interno dell’aerea Unesco di nuove e ulteriori attività di locazioni turistiche in aggiunta agli immobili "già destinati" nel corso dell’anno 2024. Oltre alla conferma del blocco di nuove autorizzazioni, nella delibera viene anche stabilita una superficie minima per le abitazioni destinate agli affitti brevi, 28 metri quadri. È diventata inoltre obbligatoria l’iscrizione dell’attività nel registro comunale delle locazioni turistiche.
L’azienda che fa capo a Eugenio Radice Fossati Confalonieri contesta anche la delibera di novembre 2024 che ha come oggetto le "misure per la gestione dell’impatto fisico, sociale e ambientale del turismo" a Firenze.
Per i giudici del tribunale amministrativo, tuttavia, l’approvazione del regolamento "non determina il verificarsi di un pregiudizio grave e irreparabile" a carico di Namira, anche in considerazione "dello stato di avanzamento degli interventi avviati sul compendio immobiliare ’Bufalini’", non ancora terminati.
Inoltre, si legge ancora, "il paventato pericolo di danno presenta un carattere squisitamente patrimoniale, senza che, per questo aspetto, la stessa parte ricorrente dimostri di essere esposta a rischi esiziali nell’immediato". La domanda cautelare non trova quindi accoglimento. Anche in vista della pronuncia della Corte Costituzionale sull’impugnazione da parte del governo del Testo unico sul turismo delle Regione Toscana (legato a doppio filo con il regolamento anti affitti brevi), prevista per il prossimo ottobre.
Pronuncia che ha portato altri colossi dell’immobiliare a ritirare la richiesta di sospensiva in attesa di capire le sorti dossier regionale. Perché anche Namira non si è ritirata? Difficile da dire, anche se, comparando il caso con la situazione di Hines, il complesso residenziale sorto sulle macerie dell’ex Comunale ha già aperto i battenti, mentre l’area Bufalini è ancora un cantiere. Questo può aver indotto la società a tutelarsi, per non rischiare di finire ’imbrigliati’ in un nuovo giro di divieti firmati Palazzo Vecchio, oppure, ancora peggio, essere penalizzati da decisioni del Tar su varianti e normative che potrebbe far saltare l’intero banco.
Pie.Meca