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Suicidio assistito, nuovo caso in Toscana. “Giovane con una grave patologia molto aggressiva”

E’ il secondo caso nella zona dell’Asl Toscana Nord Ovest, il primo dopo l’approvazione della legge regionale

L'avvocato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Coscioni, che da anni si batte per il suicidio medicalmente assistito (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

L'avvocato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Coscioni, che da anni si batte per il suicidio medicalmente assistito (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 5 settembre 2025 – Un nuovo caso di suicidio assistito in Toscana. Nei giorni scorsi una giovane persona, affetta da una patologia molto aggressiva, ha fatto ricorso alla morte volontaria medicalmente assistita al proprio domicilio. Si tratta del secondo caso di aiuto al morire avvenuto nel territorio della Asl Toscana nord ovest (che copre le province di Livorno, Lucca, Massa-Carrara e Pisa), il primo dopo la legge regionale 16 del 2025.

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"Il supporto dei sanitari”

“La persona – spiegano dall’azienda sanitaria – ha potuto così affrontare con consapevolezza la sua scelta e congedarsi in serenità, nella sua casa e con la sua famiglia ricevendo il pieno supporto degli operatori sanitari che hanno messo in primo piano la dimensione relazionale, andando al di là della semplice applicazione della legge o della delibera. Il lavoro congiunto di Asl, Commissione e Comitato per l’etica nella clinica ha garantito tempi certi e brevi”.

La procedura applicata

“E’ stata applicata – sottolineano dalla Asl – la procedura prevista dalla delibera della Asl Toscana nord ovest, aggiornata dopo la promulgazione della Legge Regionale sul fine vita, la prima che in Italia ha disciplinato la materia prevedendo quale compito del Servizio Sanitario Regionale quello di fornire dispositivi e farmaci ai soggetti che ne abbiano titolo. La Commissione Multidisciplinare, con il parere favorevole del Comitato per l’Etica nella Clinica per gli aspetti etici, ha verificato la sussistenza dei presupposti ed ha fornito gratuitamente i farmaci necessari, come previsto dalla norma regionale”.

I precedenti

Il primo caso di suicidio assistito dopo l’approvazione della legge regionale toscana fu quello di Daniele Pieroni, 64 anni, di Chiusi in provincia di Siena, colpito dal 2008 dal morbo di Parkinson e che per una grave disfagia, era costretto a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno.