
L’associazione Coscioni: Daniele Pieroni, scrittore, ha scelto di porre fine alla propria vita
Firenze, 11 giugno 2025 – C’è il primo caso in Toscana di suicidio assistito. Arriva dopo l’approvazione, lo scorso febbraio, della legge regionale su tempi e modalità per accedere al fine vita, redatta dalla proposta di legge ‘Liberi subito’ dell’associazione Coscioni, poi impugnata dal governo. Ne dà notizia l’associazione. Daniele Pieroni, 64 anni, di Chiusi in provincia di Siena, “ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242/19 della “Consulta e alla legge” toscana. L’uomo, 60enne, colpito dal 2008 dal morbo di Parkinson e per “una grave disfagia, era costretto a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno”.
Primo caso di morte volontaria assistita in Toscana
È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l'impugnazione da parte del Governo", spiega l'associazione. Quando per la normativa a maggio è stato annunciato il ricorso alla Consulta da parte del governo lo stesso presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo aveva spiegato che la legge resta comunque in vigore fino al pronunciamento della Corte costituzionale. Pieroni nell'agosto 2023, tramite un amico, si spiega ancora in una nota, "aveva contattato il numero Bianco dell'associazione Luca Coscioni per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita.
Farmaco letale in casa
In giornata, Marco Cappato gli aveva fornito tutte le indicazioni necessarie incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso. Daniele ha scelto il percorso previsto dalla sentenza Cappato e ha inviato la richiesta formale all'Asl Toscana Sud Est il 31 agosto. Dopo aver ricevuto, lo scorso 22 aprile, l'esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale nota come 'Cappato-Dj Fabo', Daniele, meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato".
Erano presenti, "su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell'Asl, che hanno agito con grande umanità e professionalità, come confermato da chi era presente. Accanto a Daniele c'erano anche Felicetta Maltese, coordinatrice della cellula toscana dell'associazione Luca Coscioni, il suo fiduciario Leonardo Pinzi, le sue badanti e i familiari. Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente". "Il personale sanitario è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l'Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto", commenta Maltese, attualmente indagata insieme a Marco Cappato e Chiara Lalli per aver aiutato un altro cittadino toscano, Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, ad accedere al suicidio assistito in Svizzera.
Giani: Colmato vuoto, ora legge nazionale”
Commenta così la notiza il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: "È la dimostrazione di quanto sia vano il tentativo di dichiararla (la legge regionale, ndr) incostituzionale, di quanto la Regione abbia momentaneamente colmato un vuoto, che non abbiamo la presunzione di riempire per sempre: è opportuno che una" norma "nazionale possa dar corso a un adattamento in termini di legge di quanto la Corte Costituzionale ha affermato sul piano dei principi".