REDAZIONE CRONACA

“Se queste parole potessero parlare” di Francesco Petrone a Pieve Santo Stefano

Il progetto unisce la vocazione dell’Archivio e la poetica che da sempre accompagna la produzione dell’artista: quella di conservare, raccontare e nobilitare le storie delle persone

Arezzo, 5 settembre 2025 – L’Archivio Diaristico Nazionale e il Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano (AR) presentano il progetto “Se queste parole potessero parlare” di Francesco Petrone, a

cura di Chiara Guidoni, per la creazione e l’acquisizione di un’opera che l’artista ha realizzato

a partire dalle testimonianze contenute nell’Archivio.

Il progetto è sostenuto dal PAC2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla

Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

Il progetto unisce la vocazione dell’Archivio e la poetica che da sempre accompagna la

produzione dell’artista: quella di conservare, raccontare e nobilitare le storie delle persone.

L’opera afferisce all’ultima produzione di Francesco Petrone, la serie “Respiro”, che verte

sull’analisi simbolica del respiro come prima e ultima manifestazione della vita: l’artista

“ferma” il respiro su vetro, come se esso fosse appannato, e su questo supporto riporta parole

o frasi particolarmente significative e intime, con la grafia di chi ha lasciato tali

testimonianze, intendendo questa come carattere identitario della persona.

La matrice di tale ricerca è da individuarsi nella storia personale dell’artista: l’osservazione

degli ultimi istanti di vita della madre, in grado di respirare attraverso una maschera CPAP,

hanno generato in lui la riflessione: «fin quando il vetro si appanna, lei è viva». Da lì la volontà

di “fermare” quel respiro su vetro, quasi fosse una prova di immortalità.

Delle oltre diecimila testimonianze conservate presso l’Archivio, Francesco Petrone ne ha

selezionate quarantuno, dal Settecento ai giorni nostri, come gli anni di attività

dell’istituzione: queste parole andranno a imprimersi indelebilmente su una scultura che

richiama una porta in vetro dell’altezza di tre metri, simbolo di apertura, ma anche confine

valicabile e varco necessario per immedesimarsi in una posizione di ascolto e comprensione

delle testimonianze delle persone comuni che hanno scelto di raccontare la propria vita.

Una struttura in legno costituisce l’ossatura della porta leggera, i cui contorni puliti ed

eleganti sono disegnati dal vetro. Una forma slanciata che culmina con un’ogiva, a ricordare

sia i portali, sia le finestre delle grandi cattedrali, suggerendo la sacralità accostata al

quotidiano e alla memoria.

Nei grandi vetri dell’opera – sei nell’altezza della porta, tre su ciascuna anta, oltre ai quattro

gradini che a coppie delimitano l’opera sui due fronti – l’artista sviluppa un percorso

narrativo, una mappa ideale dell’esperienza umana attraverso le testimonianze conservate,

che si apre con le parole del fondatore dell’Archivio, Saverio Tutino, giornalista e visionario,

e si conclude con le parole della madre dell’artista, anch’esse provenienti da un diario, quello

degli ultimi mesi della sua malattia, da cui l’artista ha tratto ispirazione per la sua indagine

sulla memoria e sulle vite degli altri.

Frasi, disegni, annotazioni, un campionario di emozioni, ma anche racconti oggettivi di

esistenze che per la loro normalità diventano straordinarie: un lavoro al cesello di costruzione

e decostruzione, fatto a partire da una residenza in Archivio, attraverso la quale è stato

possibile per l’artista entrare in empatia profonda con l’universo di voci. Da lì nasce la

consapevolezza che la vita di uno è importante come la vita di tutti, che le storie si possono

mescolare negli anni e nei continenti. L’artista ha deciso di unirle con un gesto semplice e

universale, quasi infantile e perciò potente, quello dello scrivere sul vetro appannato, reso

dall’artista indelebile, andando a costituire un diario dei diari, trasparente e leggero, aperto

a tutti.

L’opera sarà collocata in apertura del percorso di visita del Piccolo museo del diario.

Durante l’inaugurazione verranno presentati al pubblico un documentario sul progetto, per

la regia di Roberto Orazi, e un libro sulla genesi del progetto e sulla sua realizzazione, edito

da Aguaplano Libri.

SE QUESTE PAROLE POTESSERO PARLARE

di Francesco Petrone

20 settembre 2025, h. 15:30

A cura di Chiara Guidoni

Piccolo Museo del Diario

Piazza Plinio Pellegrini, 1

Archivio Diaristico Nazionale

Via Amintore Fanfani, 14

Pieve Santo Stefano (AR)

Orari di apertura

Piccolo museo del diario:

Dal lunedì al venerdì 09:30-12:30 e 15:00-18:00

Sabato e domenica 10:00-13:00 e 15:00-18:00