
Gli scavi presso la chiesa di pieve di San Pietro in Bossolo
Valore storico scientifico, ma anche ruolo sociale. Gli scavi presso la chiesa di Pieve di San Pietro in Bossolo, a Tavarnelle, hanno una duplice valenza. Quella di scoprire la storia e quella di legame con la comunità visto che allo scavo si alternano anche alcuni volontari. "Al progetto di scavo archeologico vero e proprio abbiamo affiancato un programma di quella che viene chiamata archeologia pubblica. Pensiamo che quello che stiamo facendo non riguarda solo noi scienziati o ricercatori, ma tutti perché è un bene che deve essere messo a disposizione di tutti", spiega Chiara Marcotulli, archeologa, direttrice dello scavo e presidente della cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo.
"Oltre alla musealizzazione, che è la fase finale, coinvolgiamo i cittadini che ci aiutano e imparano come dire a prendersi cura di quello che è il loro patrimonio. Coinvolgere un po’ di più le persone del posto serve anche perché se conosci una cosa poi la proteggi" aggiunge. Su quello che è il valore scientifico dello scavo, giunto alla quinta campagna e durante le quali sono stati rinvenuti quattro scheletri testimonianza di luogo sacro di sepolture, Marcotulli spiega che "indaghiamo in profondità, nelle fasi più antiche. Abbiamo l’impressione di essere in presenza di una struttura di epoca antica. Una villa una fattoria non lo sappiamo, che poi è stata abbandonata. Probabilmente però l’impressione è che a un certo punto, quando sono stati fatti i lavori del parcheggio davanti alla chiesa, questo sito archeologico possa essere stato compromesso".
Nel corso del cantiere archeologico sono stati raccolti nuovi elementi che si vanno ad aggiungere ai dati e alle informazioni acquisite precedentemente che confermano l’importanza del progetto di ricerca. Tra questi una sepoltura che sembra retrodatare la storia del luogo. "Abbiamo ampliato lo scavo verso sud, intercettando nuove strutture sempre riferibili alle fasi più recenti del sito, che sono basso medievali, e stiamo procedendo in profondità nella zona centro-settentrionale" continua Marcotulli. I dati dimostrano che il sito di San Pietro in Bossolo è certamente stato vissuto e frequentato per un lungo periodo di tempo, attraversando fasi di vita piuttosto articolate. "Abbiamo trovato una serie di strutture murarie – sottolinea la direttrice – che testimoniano il tentativo di fondare ben due castelli, probabilmente mai portati a termine, nell’XI e nel XIII secolo, in accordo con quanto tramandato dalle fonti scritte. Allo stesso tempo, i livelli medievali si trovano sopra le fasi di abbandono di edifici di epoca precedente sui quali stiamo scavando in questi giorni. Le fasi di abbandono sono databili grazie ai reperti ceramici fra VI e VIII secolo dopo Cristo".
Il sindaco David Baroncelli precisa che "il progetto mira a definire il ruolo della Pieve di San Pietro in Bossolo nel corso dei secoli ed è nato dalla ricerca di tracce di due castelli presenti nelle fonti scritte. La campagna si concluderà il primo agosto. Domani, alle 17,30 e 18,30 è prevista una visita organizzata dall’amministrazione comunale e alla quale saranno presenti il team di professionisti dei Laboratori archeologici San Gallo e il sindaco David Baroncelli. L’iniziativa è ad ingresso gratuito.