
La campagna di scavo è stata interamente finanziata dal Comune di Castel Focognano con il contributo di Colacem
di Sonia Fardelli
A poco più di 50 anni di distanza dagli ultimi scavi riprendono le ricerche a Pieve a Socana, dove era già stata individuata l’esistenza di un altare etrusco. Adesso con nuovi studi l’obiettivo è di riportare alla luce nuove tracce di questo importante passato. Gli ultimi recenti scavi sono stati promossi e organizzati dal Comune. La direzione scientifica delle ricerche è affidata a Jacopo Tabolli docente dell’Università per Stranieri di Siena, mentre le operazioni sul campo sono state dirette dal Marco Pacifici, ricercatore presso il medesimo Ateneo, la tutela è diretta da Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria archeologa della Soprintendenza. La campagna di scavo è stata interamente finanziata dal Comune con il contributo di Colacem. Le indagini si sono avvalse della partecipazione di archeologhe (studentesse, specializzande e dottorande) di diverse università. Le indagini svolte tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso presso Pieve a Socana avevano già permesso di individuare, al di sotto della chiesa dedicata a Sant’Antonino, l’esistenza di un tempio di epoca etrusca rivolto verso il corso dell’Arno, realizzato su un podio e dotato sul fronte da un grande altare costruito in pietra.
La campagna di scavi 2025 da poco conclusa ha permesso di indagare l’area circostante la Pieve romanica di Sant’Antonino per ricostruire il contesto all’interno del quale si inseriva l’edificio di culto etrusco. In particolare è stato eseguito un approfondito saggio di scavo all’interno della struttura dell’altare, solo in minima parte esplorata nel corso delle precedenti indagini, che ha permesso di analizzare i dettagli e le tecniche di costruzione impiegate per realizzare la struttura. Al di sotto della struttura sono stati inoltre esplorati alcuni livelli che sembrerebbero suggerire una possibile fase di frequentazione dell’area a scopo culturale antecedente alla costruzione dell’altare stesso.
"L’amministrazione comunale – ha detto il sindaco Remo Ricci – è orgogliosa di aver riavviato dopo 52 anni le ricerche nel sito archeologico di Pieve a Socana. Tutto questo è stato possibile realizzarlo grazie alla lungimiranza degli amministratori e al contributo fondamentale dell’azienda Colacem, sempre attenta alle esigenze del nostro territorio". "Questa prima campagna di scavi – ha detto il direttore di scavo Marco Pacifici – ha ottenuto risultati molto positivi e in parte inaspettati. L’indagine dettagliata di uno dei pochi altari di epoca etrusca ad oggi noti ha permesso di raccogliere una interessantissima mole di dati che adesso analizzeremo per restituire alla comunità scientifica, ma anche a quella dei non addetti ai lavori, i risultati del lavoro condotto".