
Il nostro cronista nel traffico di piazza Gavinana
Cinquantanove minuti per percorrere in macchina meno di dieci chilometri. In una mattina di sole (che può quindi suggerire a molti di spostarsi in bici o con tram o bus) e con le scuole ancora chiuse per le vacanze estive ormai agli sgoccioli. Attraversare Firenze, per andare dall’ospedale di Careggi fino al viale Europa in auto, può trasformarsi in un viaggio interminabile, un percorso a ostacoli fatto di semafori, cantieri, inciviltà e colli di bottiglia che spezzano il flusso e allungano i tempi. Giovedì mattina ci è voluto poco meno di un’ora per tagliare la città da nord a sud-est.
La partenza è alle 8.52 in punto. Motore acceso e prima ingranata. Si va. I primi rallentamenti arrivano già in viale Alderotti: il traffico c’è anche se tutto sommato è ancora scorrevole. È alla fine di via Vittorio Emanuele II che le cose iniziano a complicarsi: le auto si accumulano, la velocità di marcia cala, si va a passo lento ma continuiamo fino all’incrocio con via Trieste. Qui la criticità è evidente: le macchine ferme sulla Bolognese riversano code fino a via Trento. I minuti scorrono, i motori restano accesi.
Servono cinque lunghi minuti soltanto per riuscire a inserirsi nella colonna di motori. E dalla Bolognese le cose non migliorano: il semaforo all’altezza di via XX Settembre crea un muro di lamiere e libera la strada a singhiozzo. Qualche metro di respiro, poi di nuovo fermi. Poco dopo, in via del Ponte Rosso, il quadro generale non migliora. Anzi. Ci sono colonne di auto e incastri improbabili che si trascinano fino a piazza della Libertà. Passa anche un’ambulanza, che si infila tra autobus, furgoni e auto: le manovre per liberare il passaggio gettano benzina sul fuoco, facendo raddoppiare il tempo di attesa.
Poi in piazza la situazione si complica ancora: il nuovo assetto dovuto al passaggio della tramvia, la Vacs – Variante al centro storico – riduce lo spazio di manovra. E ci si mettono anche le auto parcheggiate selvaggiamente che in un attimo bloccano un pullman sul lato via San Gallo, paralizzando tutto. Colpa dell’inciviltà, certo, ma – orologgio alla mano – dalla rotonda di Careggi fino all’incrocio tra la "nuova" piazza della Libertà e viale Matteotti, tra imprevisti e sosta selvaggia, sono serviti più di venti minuti.
Una volta imboccati i viali la situazione non cambia la circolazione rimane particolarmente complicata. L’onda rossa duplica i tempi. Su viale Matteotti, invece, un restringimento per i lavori della tramvia, con il quale forse ancora molti fiorentini devono prendere confidenza, obbliga a improvvisi cambi di corsia. Clacson, imprecazioni, brusche frenate e minuti che scorrono inesorabilmente.
Superato il cantiere, il passo finalmente migliora. Anche nel piazzale Donatello si avanza tra rallentamenti e sorpassi azzardati, ma senza le colonne viste poco prima. Poi arriva piazza Beccaria. Qui i lavori su viale della Giovine Italia soffocano il traffico. Al semaforo in direzione Sant’Ambrogio le auto arrancano. All’incrocio con via Ghibellina lo spazio poi si dimezza mettendo a dura prova nervi e riflessi di chi è al volante: clacson a raffica, manovre improvvise. Anche qui va sottolineato che la sosta selvaggia amplifica il caos. Come le auto con le 4 frecce sul lato delle Murate. Risultato? Tutti fermi. Il traffico si ripercuote anche in via Duca degli Abruzzi, "l’affluente" del viale.
Ma è al ponte da Verrazzano che la situazione si incaglia in maniera drastica. La chiusura di viale Giannotti direzione uscita città manda in tilt la circolazione. Piazza Gavinana è spezzata dai lavori, l’accesso al viale bloccato. Più che il volume di auto, è l’incertezza a paralizzare. I guidatori si fermano ai lati della rotonda per capire dove andare, amplificando il caos. Il traffico viene deviato su via Datini: stretta, tortuosa, inadatta ai mezzi pesanti che la imboccano. C’è un autoarticolato giallo che, per curvare, deve fare due manovre e una retromarcia, creando una colonna di auto immobili che da piazza di Gavinana striscia nel labirinto fino a largo Novello. A quel punto i cinquanta minuti sono abbondantemente superati.
Resta l’ultimo tratto: viale Europa. Qui la cantierizzazione è pesante, le corsie ridotte, il passo ancora una volta rallentato ma non in maniera eccessiva. Il cronometro si ferma alle 9.51. Cinquantanove minuti totali per percorrere meno di dieci chilometri. Firenze, in auto, è anche questo: un viaggio tra semafori e deviazioni, dove il tempo si scioglie nel traffico.