
L’avatar di Leonardo da Vinci insieme a Gabriele e Leonardo Niccolai
Avete presente Leonardo Da Vinci, con la barba lunga e la faccia austera? È l’autoritratto che ci ha portato la sua immagine fino ai giorni nostri. Ma oggi l’artista e inventore nato nel 1452 ha i tratti morbidi e sorride, risponde alle domande, dialoga con un interlocutore grazie all’intelligenza artificiale, intrattiene anche (e soprattutto) i bambini. Con le sue conoscenze, infatti, risponde a qualsiasi quesito di scienza, ma dà anche informazioni sulla sua vita, per passare a temi contemporanei. Non elude nessuna domanda, nemmeno quella riguardante il suo Pokémon preferito.
L’avatar, infatti, è un’innovazione che si potrà trovare dal 5 ottobre all’interno del Museo Leonardo da Vinci in via del Castellaccio. Qui è stato progettato da Leonardo Niccolai, studente di ingegneria robotica all’Università di Firenze e collaboratore dell’azienda di famiglia, che gestisce il Museo. E qui trova il suo spazio insieme agli oggetti che riproducono fedelmente i disegni dell’inventore rinascimentale. L’arrivo di questo avatar è anche un ponte tra passato e futuro, tra gli oggetti in legno e metallo, e lo schermo che ospita il padrone di casa, pronto a dare il benvenuto a chiunque voglia interpellarlo. Un padrone di casa poliglotta, capace di parlare ben 24 lingue e spaziare su tanti argomenti grazie alle oltre 12mila frasi su cui poggia la sua conoscenza. E tutto ciò che non trova nel suo archivio informativo, lo ricerca sul web.
L’avatar di Leonardo, poi, è stato apprezzato anche Oltreoceano. A inizio settembre, infatti, è stato presentato alla fiera Astc a San Francisco, dedicata alle tecnologie più recenti per i Musei della Scienza, dove la famiglia Niccolai ha ricevuto richieste per la creazione di avatar simili: da Einstein a Van Gogh, passando per Galileo e Archimede, di cui sono sorprendenti le versioni digitali. Tra i volti, non manca quello dell’Uomo Vitruviano. "Questa è una tecnologia che per la prima volta arriva nei musei, almeno qui in Italia – spiega il direttore del museo, Gabriele Niccolai –. Abbiamo dato a questo Leonardo un’identità e gli abbiamo permesso di rispondere in modo umoristico per servire il cliente nel miglior modo". "Studiavo già da un po’ questi avatar, ma da inizio estate ho iniziato a lavorare a questo Leonardo, fino a ultimarlo a metà agosto – aggiunge Leonardo Niccolai –. Poi, non ci sono limiti a questo tipo di innovazione. Potrà, infatti essere esportato anche in ambito medico e ospedaliero".