di Stefano BrogioniFIRENZELuca Fumagalli, 60 anni, accusato di aver strangolato la madre, e anche giudicato incapace di intendere al momento in cui commise il fatto, secondo una perizia disposta dal tribunale, si è allontanato dalla Rems di Ugnano dove stava aspettando l’epilogo del processo a suo carico. Sono in corso le ricerche. E, sulla sua scomparsa, c’è anche una denuncia presentata da uno dei suoi legali e suo tutore, l’avvocato Federica Guarducci.
Fumagalli, che il prossimo 15 settembre ha un’udienza dinanzi alla corte d’assise per l’omicidio della mamma, Brunetta Salvestrini, avvenuto nella loro abitazione di via Santa Lucia, a Porta al Prato, nel marzo del 2024, ha approfittato di un ricovero al pronto soccorso di Torregalli per far perdere le sue tracce.
La polizia ha effettuato una perquisizione presso la struttura che lo ospitava (per le sue condizioni mentali è stato giudicato incompatibile con il carcere): con sé, Fumagalli, non avrebbe niente, neanche il suo documento d’identità. Fuga preparata o gesto d’istinto di un uomo in difficoltà?
Le ricerche di Fumagalli si stanno anche intrecciando con le indagini sull’identificazione della persona trovata priva di vita nei giardini di via Rocca Tedalda sabato scorso. Il cadavere, sesso maschile, anch’egli senza documenti, ha un’età apparente di sessant’anni, anche se, secondo i poliziotti intervenuti, poteva sembrare di un clochard di origini nordafricane già notato da alcune settimane da chi abita da quelle parti. Il pm Ester Nocera ha disposto l’autopsia anche se il corpo non sembrava presentare lesioni esterne.
C’è una suggestione a sostegno di questa ipotesi: una persona avrebbe segnalato la presenza del 60enne, nei giorni scorsi, proprio in quella zona. La Squadra mobile, impegnata nelle ricerche, sta continuando a ricostruire quali movimenti possa aver compiuto l’uomo, privo di qualsiasi mezzo per sostentarsi. Fumagalli è stato prima in carcere a Sollicciano, poi nella struttura ad alta intensità assistenziale “La Querce“. Potrebbe concludersi senza condanna, ma con una misura di sicurezza, il processo a cui è comunque sottoposto, per l’omicidio dell’anziana mamma di 85 anni, avvenuto il primo marzo dell’anno scorso, al culmine di una giornata in cui Fumagalli, i cui problemi mentali erano ampiamente noti, aveva iniziato a dare segnali di crisi. Le prime escandescenze già nel pomeriggio tanto che era dovuto intervenire uno zio per cercare di riportare la calma nell’abitazione di via Santa Lucia. A chiamarlo in suo aiuto era stata proprio la Salvestrini. Ma lo zio era stato colpito al volto e cacciato. Barricatosi in casa, Fumagalli venne trovato dai vigili del fuoco (che fecero irruzione da una finestra) ancora intento ad uccidere la madre. Venne fermato, ma per Bruna Salvestrini non c’era più nulla da fare.