di Francesco Ingardia
La mossa del presidente. A Massa Carrara si è registrata una "nuova tappa del percorso riformista" di Avanti per la Toscana. Quel polo laico formato da +Europa, Azione, Socialisti, Repubblicani che primi il 22 febbraio alle Giubbe Rosse a Firenze uscirono allo scoperto per la ricandidatura di Eugenio Giani a governatore. Un’era geologica per i tempi della politica. Tanto che i quattro segretari di partito “non avevano visto arrivare“ Matteo Renzi. Pronto, siglato il “patto di Reggello“ tre giorni fa con Giani alla Festa de L’Unità di Leccio, a far correre alle regionali del 12 ottobre la sua creatura, Italia Viva, senza simbolo e dentro un listone del presidente. Che potrebbe chiamarsi ’Orgoglio’ come fu nel 2020. Oppure no.
Certo è che a Massa Carrara Giani, pronto a riconoscere e valorizzare ad Avanti il merito di averlo sostenuto apertamente per primo, si è presentato con una richiesta formale molto simile ad un ultimatum vista la ristrettezza dei tempi, che più o meno suona così: uniamo tre mondi, i civici che orbitano attorno al presidente, i quattro simboli di +Europa, Azione, Psi e Repubblicani con quello di Italia Viva dietro l’egida di un simbolo politicamente ’depurato’ (con la scritta “Per Giani“ a caratteri cubitali). "Accogliamo con favore l’invito di Giani – le parole di Federico Eligi, segretario regionale di +Europa –. Siamo aperti e disponibili al confronto con Iv per allargarci senza snaturare il progetto politico di Avanti". Ora, la natura della lista è politicamente strategica: un polo riformista molto simile alla ’tenda’ che ha in mente Renzi, con buone probabilità di scavallare il muro della soglia di sbarramento poiché radicata nei rispettivi territori - Italia Viva nel fiorentino, Azione in Lucca e provincia, +Europa nel pisano-aretino più un pezzetto di senese - che compensi (e di molto) la trazione a sinistra di una coalizione in formato campo largo retta dall’asse Pd-Avs-M5s. "Di una aggregazione come questa c’è bisogno eccome", ha detto Giani a Massa Carrara. I renziani e la truppa di Avanti spiegano bene il corollario: "Costruire una gamba dentro la coalizione di centrosinistra autosufficiente piena di anticorpi rispetto a possibili derive ideologiche di forze come Avs e 5Stelle quando sui tavoli di giunta finiranno dossier su infrastrutture e grandi opere. Mica vogliamo rischiare che regni la politica dei no".
Il punto è che in Avanti non sono sparuti gli alfieri col timore di non essere riconoscibili agli elettori perché privati dei simboli. Ma, soprattutto, restii "a far eleggere i renziani coi voti nostri", la stoccata al veleno. Che fare? Intanto trattare con Italia Viva oggi e una direzione flash domani con cui avanzare la moneta di scambio per il sì ad un unico soggetto politico, come per esempio l’ipotesi di un listino bloccato con un paio di nomi espressi da Avanti, con l’avallo di Giani e senza il veto di Renzi.
Nel frattempo, si chiama Toscana Rossa la "proposta alternativa a centrodestra e centrosinistra" promette Dimitrij Palagi di Spc. Il simbolo già c’è, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile, e si presenterà domani in piazza Santo Spirito alle 12. Il candidato? Non dovrebbe essere lui.