
Pavimentazione ballerina sul ponte Santa Trinita
Firenze, 18 maggio 2025 – Se per anni Firenze si è portata addosso la nomea di città groviera per le buche, beh, con sorpresa oggi è più caciocavallo: le arterie principali mostrano una superficie solida, con qualche crepa di stagione. Perdonabile, dopo un’invernata piovosa come non se ne vedeva da un pezzo. Altro discorso per alcune vie secondarie dove la manutenzione è richiesta con urgenza. Ma sui principali assi non ci si può lamentare; certo ci sono tratti che, se non proprio groviera, hanno occhiellature almeno da emmental. Abbiamo percorso e ripercorso tutto l’ovest della città dal Galluzzo a piazza Dalmazia, attraversando tre quartieri in auto: il 3, il 4 e il 5, per 31 chilometri di test nei quartieri che, ogni giorno, digeriscono la maggior parte delle auto del traffico fiorentino, La maggioranza del percorso è quasi un tavolo da biliardo.
Semmai, piuttosto che le buche, sono presenti diversi dislivelli longitudinali dopo lavori stradali (come la sostituzione di tubature) con ripristini di asfaltatura non a quota: effetti della grande città cantiere. Nulla di che a velocità urbana per una macchina; ma possono essere rischiosi per le bici e i motorini. Partenza da Legnaia, dove tutto fila liscio, è il caso di dirlo, eccetto sovvalli in via di Sant’Angelo e via Del Pollaiolo alla Federiga. Solo in via Canova si trovano le prime due buche secche. Giriamo in lungo e in largo l’Isolotto: via Chiusi, via dell’Argingrosso, via Torcicoda, via Modigliani, via Andreotti, via Cecioni; si viaggia sul velluto, se non per una buchetta in viale Talenti prima di piazza Ciampi.
Eccone un’altra in viale Nenni ma in via degli Arcipressi e via del Filarete tutto bene fino a via di Soffiano. Qui sì che si traballa: il tratto tra il pub Lazy cat e la chiesa di Monticelli presenta punti accidentati. Svolta a destra su via Pisana: tutto a posto, anzi no: in prossimità di piazza Pier Vettori fino ai primi metri di viale Petrarca le molle soffrono. Questa è una delle pecche più gravi: siamo sui viali di circonvallazione e c’è pure una corsia a precedenza ciclabile, la piazza è stata recentemente restaurata. Poi si fila sull’olio e per rivedere una buca tocca ad arrivare all’inizio di via Senese. È un’eccezione, perché fino alle Bagnese è impeccabile, così come le Bagnese stesse, ma poi alla fine di via di Ponte a Greve a Palazzo Vecchio si devono essere dimenticati di questa striscia di confine con Scandicci, per quanto molto transitata: buche prima della rotonda Bugiardini e disastrato il tratto di Pisana tra il ponte e la casa del popolo. Via Baccio da Montelupo bene, mediocre l’incrocio tra via del Cavallaccio e via Dello Scheggia.
Traversiamo l’Arno e sul ponte all’Indiano nulla da recriminare, svolta sulla Pistoiese, entriamo a Novoli senza scosse; ok via Baracca e via di Novoli, testiamo anche il terzo grande asse del quartiere: viale Guidoni, forse perché il più percorso da mezzi pesanti, si mostrerà l’unico con varie buche, soprattutto vicino al Mercato ortofrutticolo, così come c’erano in via Forlanini. Direzione Rifredi, bene zona piazza Dalmazia, ma Ponte di Mezzo in via Mariti c’è un cratere. Viale Corsica, via Gordigiani.. e succede un episodio emblematico traversando la tramvia: un ciclista indisciplinato costringe a un pestone sul freno e per quanto a passo di lumaca, si sente intervenire l’Abs. Segno che i binari hanno fatto perdere aderenza. Viale Redi ha qualche buca, ma fino a Ponte alla Vittoria non se ne vedono altre. E chi le sente lì? È sempre coda ferma. Il dente duole soprattutto in area Unesco dove le ruote dei bus picchiano duro. Come in via degli Alfani, qui il mini cratere raggiunge i sei centimetri di profondità.
Oppure in piazza Frescobaldi dove studenti, residenti e negozianti attendono che il manto in prossimità delle strisce pedonali venga ripristinato perché causa di cadute accidentali, soprattutto degli anziani. C’e n’è anche per via Carducci in Sant’Ambrogio dove le cadute in bici, causa pavimentazione bombardata di buche, sono molto frequenti. Rientro alla base: dopo tanta guida facciamo due passi a piedi per sgranchirci. E ci si accorge di una cosa sconfortante: le carreggiate sono impeccabili, ma i marciapiedi pieni di buche.