
Ambra Angiolini durante l’incontro al Festival del cinema di mare
di Giovanni BoganiCASTIGLIONE DELLA PESCAIASono passati tanti anni da "Non è la Rai", da quella trasmissione che diventò epocale per la società italiana: ma lei ha mantenuto quel guizzo divertito nello sguardo, quella vivacità adolescenziale. Per Ambra Angiolini sono passate tante vite: dopo la enorme popolarità televisiva, è stata una carriera di cinema e di teatro. Domenica scorsa, Ambra è stata ospite della “Festa del cinema di mare“, a Castiglione della Pescaia. E nell’occasione, si è raccontata senza schemi, senza steccati, con Giovanni Veronesi – direttore artistico della manifestazione – e con Piera Detassis. Ambra ha anche presentato il film "Afrodite" di Stefano Lorenzi, del quale è protagonista insieme a Giulia Michelini. Un film nel quale si immerge, fino a 20 metri di profondità, per realizzare sequenze spettacolari, in un film che è anche un thriller, con una vicenda legata a un relitto finito in fondo al mare.
"Non ero mai stata prima sott’acqua, ero solo andata in montagna, nella mia vita!", dice Ambra. "Ho rovesciato il concetto, invece di andare su sono andata giù". Sembra semplice, ma si tratta di fare esercizio, una preparazione durata settimane prima di immergersi.
Le due protagoniste, per poter girare, hanno ottenuto un brevetto da sub. "Abbiamo fatto un corso di mesi in piscina, poi in acque libere, e poi ci siamo immersi. Otto ore d’immersione al giorno!". Il mare è al centro del festival, che vede la direzione artistica di Giovanni Veronesi e quella organizzativa di Lorenzo Luzzetti e Federico Babini. Ma Ambra racconta anche la sua storia, la sua carriera: "Ho vissuto tante sconfitte e tante rinascite: ma la nemica peggiore di me stessa sono sempre stata io. A volte i giornali sono stati impietosi con me: ricordo quando ingrassai per colpa di una malattia, e ci fu chi titolò, parlando di me, ‘Generazione XXL’. Però non mi sento una vittima: ho accettato critiche rudi e ‘rupestri’, e sono ancora qui. Ho vissuto il peso della bulimia, e l’ho vinta. Da ex bulimica, avevo paura del mio corpo, ma sono riuscita a vincerla.
E in un film, ho accettato di fare una camminata nuda in una casa". Il cinema, il cinema di Ferzan Ozpetek che le ha dato il ruolo più bello, in "Saturno contro": "Ferzan ha lavorato proprio sulle cicatrici della mia anima, e mi ha dato il coraggio di mostrarle", dice. Parla anche del famoso – o famigerato – auricolare di Gianni Boncompagni, quello con cui si diceva che l’ideatore di "Non è la Rai" pilotasse le protagoniste della trasmissione: "Macché, Gianni lo usava per provocarmi, a volte mi suggeriva delle frasi controverse: io lo seguivo, ma per evitare di essere arrestata evitavo di finire la frase! Altre volte Gianni nell’auricolare faceva dei rumori ‘digestivi’, diciamo così. Ma è stato anche uno straordinario maestro: mi ha fatto conoscere milioni di libri, mi ha regalato ‘La bella estate’ di Cesare Pavese, i libri di Jerome K. Jerome e tanti altri…".
Il festival celebra il mare, e ha celebrato anche la memoria di due giornalisti che il mare lo amavano molto, e amavano anche Castiglione: Mauro Mancini e Guido Parigi. Due premi sono intitolati al loro nome. A Mauro Mancini, compagno di avventure veliche di Ambrogio Fogar, è stato dedicato un premio per cortometraggi. A Guido Parigi Bini, giornalista de "La Nazione", a lungo alla direzione della redazione senese, velista appassionato, è stato dedicato un premio dedicato a cortometraggi di interesse giornalistico.