REDAZIONE FIRENZE

Peretola, prescrizioni soft, un osservatorio ambientale controlli su rumori e habitat. Cosa chiede la Commissione

Dalla gestione delle terre di scavo alle aree protette per la conservazione della fauna. Nel dossier inviato da Roma le 13 condizioni per dare il via ai lavori per la nuova pista. Chiesti piani di monitoraggio completi di suolo e acque. Prima, durante e dopo l’opera

La nuova pista farà aumentare anche il numero di voli (Marco Mori/ New Press Photo)

La nuova pista farà aumentare anche il numero di voli (Marco Mori/ New Press Photo)

Firenze, 5 settembre 2025 – Un osservatorio ambientale, la gestione accurata delle terre di scavo, aree protette per la conservazione delle specie di fauna, flora e del loro habitat. E soprattutto piani di monitoraggio completi e puntali – prima, durante e dopo l’opera – di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee e del rumore. È l’oggetto di alcune delle 13 prescrizioni legate al parere favorevole che la commissione di Via-Vas, l’organismo del ministero dell’Ambiente che si occupa della Valutazione di impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica, ha espresso sull’ampliamento di Peretola e il nuovo masterplan dell’aeroporto di Firenze.

“La documentazione presentata è sostanzialmente esaustiva”, esordisce la commissione nella sua istruttoria conclusiva. Anche se permangono “alcune criticità” che “dovranno essere risolte nella successiva fase di progettazione”, si legge ancora. Incassato il primo via libera da Roma per la nuova pista, nelle varie fasi esecutive del maxi cantiere Toscana Aeroporti dovrà quindi adottare provvedimenti in grado di tutelare l’ambientali nell’area, a lungo oggetto di studi dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) autore anche di un contributo tecnico più volte citato dalla commissione stessa. Nel complesso sembrano ’paletti’ soft, soprattutto rispetto a quelli del passato.

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La nuova pista farà aumentare anche il numero di voli (Marco Mori/ New Press Photo)

Le 13 prescrizioni – cinque anni fa furono 70 – fanno perno sul programma presentato da Toscana Aeroporti che, secondo le valutazioni della commissione, non avrebbe prestato troppe attenzioni ai processi di monitoraggio ambientale. “Non si ritiene superata – scrive l’ente ministeriale la criticità relativa alla richiesta di fornire un aggiornamento del PMA (Progetto di Monitoraggio Ambientale ndr) per tutte e tre le fasi del progetto, riferite non solo alle opere di compensazione ma a tutte le azioni di progetto”.

La commissione, pertanto, come prima prescrizione ritiene necessario che la committente provveda “alla costituzione di un osservatorio ambientale” finalizzato ad “armonizzare dal punto di vista ambientale l’inserimento del nuovo aeroporto nel macro-contesto locale”. La società dovrà anche fornire approfondimenti progettuali su rivestimenti, impiego di determinati materiali e dovrà anche calibrare i modelli idraulici.

Quanto a terre e rocce di scavo, la commissione stila una lunga lista di punti da rispettare. Partendo dallo studio delle aeree individuate per il deposito, i tempi di riutilizzo degli scarti in riferimento alle diverse fasi del progetto e le conseguenti modalità di riutilizzo, ma anche la creazione di un cruscotto aggiornato con volumi e perimetria dei movimento terra.

Riflettori accessi anche sulle aree cosiddette protette. Qui l’asticella si alza, e il gruppo di esperti del Ministero chiede di individuare riserve ad hoc dove sarà vietata caccia e pesca, ogni tipo di manifestazione, ma anche il volo di aerei o droni. L’Enac, una volta realizzati gli spazi, dovrà “assicurarne la gestione”, in particolare per la zona del Vingone, osservata speciale in relazione alla tutela dell’avifauna migratoria.

Suggeriti anche ulteriori punti di monitoraggio dell’aria, e in corso d’opera interventi di mitigazione delle eventuali emissioni. Occorre poi la verifica dei requisiti di efficienza idraulica, e un premura più pronunciata per il rumore, con rilevamenti a fine opera e la misurazione ogni anno del Lva (Livello di valutazione del rumore aeroportuale). Oltre a centraline per il rilievo fonometrico di ulteriori punti di misura in caso di segnalazioni di disturbo derivanti dalla nuova pista. E in caso di disagi, l’installazione – a carico del gestore – di opere di mitigazioni adeguate (come l’isolamento acustico in copertura dei fabbricati).

Raccomandazioni sull’attività di bonifica vengono poi seguite, alla prescrizione numero nove, dalle considerazione per le deviazioni del Fosso Reale. Per la commissione, i lavori “dovranno essere effettuati al fine di non creare potenziali perturbazioni all’ambiente acquatico” e garantendo “il deflusso minimo delle acque per la vitalità e la mobilità delle specie”.