OLGA MUGNAINI
Cronaca

Immagini enigmatiche. L’universo visivo di Riess

Ritratti simbolici e surreali, paesaggi evocativi che affondano le radici nella memoria personale, viaggiatori del tempo, figure enigmatiche provenienti da...

Ritratti simbolici e surreali, paesaggi evocativi che affondano le radici nella memoria personale, viaggiatori del tempo, figure enigmatiche provenienti da...

Ritratti simbolici e surreali, paesaggi evocativi che affondano le radici nella memoria personale, viaggiatori del tempo, figure enigmatiche provenienti da...

Ritratti simbolici e surreali, paesaggi evocativi che affondano le radici nella memoria personale, viaggiatori del tempo, figure enigmatiche provenienti da un futuro incerto. Sono i soggetti protagonisti, affascinanti e perturbanti, dell’arte di Thomas Riess, che dal 12 settembre al 19 ottobre espone alla Violetti Arte Contemporanea di Siena, con la mostra dal titolo ’Thomas Riess. Behind the curtain’, a cura di Francesco Savini ed Elena Violetti.

La sua pratica artistica, che spazia tra mixed media, pittura e video, analizza e rielabora visivamente una realtà apparentemente perfetta, ma fondamentalmente artificiale, che l’artista decostruisce e ricompone in immagini destabilizzanti, dense di ambiguità e senso critico.

I protagonisti di Thomas Riess si muovono tra ciò che è e ciò che appare, tra esperienza e ricordo, tra prevedibile e imprevedibile. Privati di un centro, sono al tempo stesso affascinanti e perturbanti: metafore visive della nostra vulnerabilità e della transitorietà dell’esistenza. Spazio importante, all’interno dell’esposizione, è dedicato all’opera video ’I am - am not’, presentato alla Biennale di Venezia nel 2013. Composto da 2.730 fotografie, il lavoro riflette sui processi di trasformazione nel tempo, mescolando immagini, memorie personali e materiali visivi stratificati. Accanto al video, viene esposto anche il lavoro a tecnica mista da cui è nato il progetto: una sorta di ’cronologia visiva, una narrazione aperta’ che incarna pienamente la poetica di Riess. In questa prospettiva, anche le opere più astratte sembrano frammenti di pellicola, fotogrammi sfocati di una realtà parallela, tradotti in pittura.

Al centro del suo lavoro c’è il volto umano, soggetto che Riess frammenta, trasfigura o dissolve, spesso partendo da un linguaggio fotorealistico per poi sovvertirne i codici. Attraverso queste rotture visive, l’artista sposta il fuoco dell’osservazione dalla figura al linguaggio stesso della pittura, sottolineando come ogni immagine, anche la più realistica, sia in definitiva un’illusione, una costruzione.

Riess lavora sul senso di straniamento e di angoscia che questo sistema alimenta per l’uomo contemporaneo, non con rassegnazione, ma con lo spirito proprio dell’arte di risvegliare dai sonni dogmatici, di ridestare il senso critico e la capacità di immaginare un futuro diverso.