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Turismo “artigianale” in Toscana: la nuova tendenza cresce del 20%

Dai laboratori degli artigiani alle esperienze su misura: mentre il turismo di massa rallenta, prende forza un segmento che unisce autenticità e qualità

Laboratori di ceramica, tra le esperienze richieste dai turisti che visitano la Toscana

Laboratori di ceramica, tra le esperienze richieste dai turisti che visitano la Toscana

Firenze, 13 settembre 2025 – Estate 2025 con luci e ombre per il turismo in Toscana. Secondo i dati del Centro studi turistici, le presenze complessive hanno segnato una lieve flessione dello 0,4% rispetto al 2024, penalizzate soprattutto dal calo della domanda italiana (-1,8%), mentre tengono gli stranieri (+0,9%). In sofferenza città d’arte e coste, mentre crescono campagna (+1,8%), montagna (+1,5%) e terme (+1,4%).

Dentro questo scenario, emerge però con forza una nuova tendenza: il turismo “artigianale” o esperienziale, che registra un incremento delle vendite di pacchetti di oltre il 20%. Si tratta di un segmento di viaggiatori che cerca esperienze autentiche, lontane dal mordi e fuggi. Un pubblico disposto a spendere di più pur di vivere la Toscana “dal di dentro”: partecipare a laboratori di ceramica o tessitura, assistere alla lavorazione dell’oro nelle botteghe, visitare cantine e frantoi artigianali, scoprire i borghi attraverso percorsi cuciti su misura.

«Sono viaggiatori che vogliono qualità e autenticità – spiega Irene Floris, presidente del settore Turismo di Confartigianato Firenze –. È una nicchia che resiste meglio alle oscillazioni stagionali e che può diventare un punto di forza per l’offerta toscana. Rispetto agli anni passati, registriamo oltre il 20% in più, grazie alla scelta di proporre un turismo tematico e personalizzato, che riflette le passioni del viaggiatore».

Secondo gli operatori, il rallentamento della crescita complessiva non significa perdita di attrattività per la Toscana, ma piuttosto un adattamento del mercato. Dopo la pandemia, la domanda si orienta verso forme di turismo più sostenibili, attente all’ambiente e meno legate ai grandi resort o alle crociere. «Il nostro compito – sottolinea Floris – è intercettare queste nuove esigenze e trasformarle in percorsi che raccontino il territorio, evitando un turismo di massa che lascia poco valore economico e culturale».

Le prospettive restano comunque incerte: settembre è partito con prenotazioni in ritardo (-1,4%) e solo il 5,9% degli operatori prevede una crescita nell’ultimo trimestre. Ma la strada del turismo artigianale ed esperienziale sembra già tracciata: un segmento che unisce memoria, tradizione e innovazione e che sta diventando sempre più una delle chiavi del futuro per il turismo toscano.