GAIA PAPI
Cronaca

Oro, una gelata a diciotto carati: "Ma i clienti ci cercano ancora". Affari: cali e voglia di resistere

Il grosso degli imprenditori torna deluso da Vicenza ma c’è anche chi non drammatizza. Chini: "Mancano certezze per il futuro". Il prezzo verso i 120 euro. La stangata dei dazi.

Il grosso degli imprenditori torna deluso da Vicenza ma c’è anche chi non drammatizza. Chini: "Mancano certezze per il futuro". Il prezzo verso i 120 euro. La stangata dei dazi.

Il grosso degli imprenditori torna deluso da Vicenza ma c’è anche chi non drammatizza. Chini: "Mancano certezze per il futuro". Il prezzo verso i 120 euro. La stangata dei dazi.

Un settore che resiste, nonostante le onde alte di un mercato globale sempre più instabile. Gli imprenditori orafi aretini tornano da VicenzaOro con sentimenti contrastanti: la fiera ha confermato l’interesse dei clienti internazionali, ma le preoccupazioni su futuro e prezzi delle materie prime restano intatte. "Il momento è di grande incertezza", ammette Egidio Chini, vicepresidente di Federorafi Confindustria e alla guida della storica azienda Fratelli Chini.

"Gli Stati Uniti, che per noi valgono circa il 30% dell’export, stanno ancora metabolizzando gli effetti economici e doganali delle ultime scelte politiche, mentre altri mercati, come quello con la Turchia, sono stati frenati da nuove imposizioni. A complicare tutto, il prezzo dell’oro che resta altissimo. Nonostante ciò, abbiamo visto clienti che continuano a cercare i fornitori italiani: è un segnale di fiducia che ci fa ben sperare". La sua azienda, fondata nel 1952 e oggi con 70 dipendenti, chiuderà l’anno "in sostanziale equilibrio", grazie anche agli ordinativi natalizi già raccolti. "Non ci spaventa l’oggi – spiega – quanto il domani. Le aziende hanno bisogno di certezze per pianificare nuove linee produttive. In assenza di stabilità, si rischia di rimanere fermi".

Un giudizio in chiaroscuro lo offre anche Danilo Neri, titolare della Neri Romualdo, realtà da 54 dipendenti con oltre mezzo secolo di storia. "La fiera ha fatto quello che doveva fare: i clienti sono venuti, ma più per consolidare i rapporti esistenti che per avviare nuove collaborazioni. In tempi stagnanti non si cercano avventure. Il vero nodo è il prezzo del metallo, che ha superato i 100 euro al grammo e rischia di arrivare a 120 entro fine anno. Questo cambia tutto: dalle fasce di prezzo ai modelli di consumo". Neri fotografa una situazione in frenata: "Negli ultimi mesi abbiamo registrato un calo del 20% delle ordinazioni. E molte aziende, grandi e piccole, hanno già fatto richiesta di cassa integrazione. Noi al momento resistiamo, ma anche per noi non ci sono garanzie assolute".

Più netto il giudizio di Marco Stocchi, alla guida della Silos Spa di Castiglion Fibocchi, azienda con 240 dipendenti. "VicenzaOro è stata più sottotono rispetto al passato. Abbiamo visto i nostri clienti più importanti, ma il quadro generale resta difficile: guerre, dazi, incertezza internazionale. E noi siamo spettatori, spesso inermi, di fronte a dinamiche che non controlliamo". Nonostante tutto, l’azienda non ha fatto ricorso alla cassa integrazione.

"È un anno di difesa – dice – più duro del precedente, ma cerchiamo di mantenere le stesse quote di mercato. L’export verso gli Usa resta strategico. Quel che è certo è che dobbiamo puntare su flessibilità e capacità di lettura rapida dei mercati". Se le difficoltà non mancano, gli imprenditori concordano su un punto: il valore aggiunto della manifattura aretina.

"Non vendiamo pane – osserva Neri – ma gioielli. In un momento in cui le famiglie sono penalizzate da rincari e incertezze, è chiaro che gli acquisti si riducono. Per questo dobbiamo puntare su qualità, certificazioni etiche e sostenibilità. È l’unico modo per differenziarci e resistere". VicenzaOro, pur con i suoi limiti, resta ancora un appuntamento fondamentale.

"Il contatto diretto con i clienti – ribadisce Chini – ci conferma che la vicinanza al made in Italy non è venuta meno. È questo che ci dà fiducia per il futuro". Un futuro che, per il distretto aretino, passa dalla capacità di difendersi oggi e ripensarsi domani. Tra metalli preziosi sempre più costosi e mercati instabili, l’unica certezza è la necessità di adattarsi.