CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

L’alba della memoria in centro 81 rintocchi per non dimenticare:. Sansepolcro onora la sua torre

La città si è fermata per celebrare il simbolo storico: omaggio al cuore ferito della comunità. Il suono del campanone rompe il silenzio del tempo. Tra musica e tanta commozione.

La città si è fermata per celebrare il simbolo storico: omaggio al cuore ferito della comunità. Il suono del campanone rompe il silenzio del tempo. Tra musica e tanta commozione.

La città si è fermata per celebrare il simbolo storico: omaggio al cuore ferito della comunità. Il suono del campanone rompe il silenzio del tempo. Tra musica e tanta commozione.

di Claudio Roselli

Il rituale si è ripetuto quando ancora non era giorno pieno e con diversi cittadini in piazza, segno tangibile di un affetto che è sempre forte, anche in chi non era presente (e non era nemmeno nato) quando la violenta esplosione svegliò una comunità che a quel punto si sentiva tranquilla, dopo che si erano sparse le voci su un’ora della notte oramai trascorsa. Sembrava una scossa di terremoto, a giudicare dalle oscillazioni delle pareti e invece era ben altro. Ieri all’alba, ha commemorato con partecipazione e raccoglimento l’81esimo anniversario dell’abbattimento della Torre di Berta, simbolo identitario della città (era stata eretta nel 1198 per volere di un gruppo di facoltose famiglie del Borgo), distrutta durante la ritirata delle truppe tedesche il 31 luglio 1944. Come da tradizione, alle 5 del mattino il campanone della cattedrale ha risuonato con 81 rintocchi, uno per ogni anno trascorso da quel tragico giorno. Il gesto, semplice ma carico di significato, è stato curato dai volontari del Gruppo Campanari Borgo, che ancora una volta hanno rinnovato il legame fra memoria, suono e comunità. Piazza Torre di Berta ha poi accolto la cerimonia commemorativa ufficiale alla presenza dell’amministrazione comunale (c’era in primis il sindaco Fabrizio Innocenti), dei rappresentanti della sezione locale dell’Anpi e di alcuni cittadini. La cerimonia è stata scandita dalla lettura di testi selezionati e interpretati con sensibilità dalla Compagnia Teatro Popolare e da Giacomo Panichi, che hanno saputo dare voce alla memoria storica con racconti di una delle pagine più grigie.

Ad arricchire ulteriormente l’atmosfera del momento è stato l’intervento musicale del maestro Laureta Cuku Hodaj, il cui violino ha accompagnato la commemorazione con note di grande intensità emotiva. "Ricordare significa custodire ciò che siamo – ha dichiarato l’amministrazione comunale – e questa commemorazione non è solo un atto simbolico, ma un impegno collettivo a non dimenticare le ferite del passato e a rinnovare ogni anno i valori di libertà e giustizia". Il primo cittadino ha letto con commozione alcuni scritti lasciati con affetto da Zanetto Innocenti, figura storica della città, morto nel 2024 a 101 anni, il quale amava – come tutti i borghesi – quel simbolo andato in macerie nella piazza centrale per colpa (forse) di quella lapide posizionata su uno dei lati che ricordava la vittoria nella Grande Guerra e che a qualche tedesco non era andata proprio giù.