CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

81 rintocchi per ricordare. Omaggio al simbolo della città

Alba di memoria e libertà quella di domani: Sansepolcro rievoca un pezzo di storia

L’anniversario per la Torre di Berta

L’anniversario per la Torre di Berta

SANSEPOLCROÈ un rituale che si ripete da 81 anni a questa parte e di primissima mattina. Il 31 luglio 1944, le truppe tedesche in ritirata fecero saltare in aria la Torre di Berta, distruggendo un autentico simbolo di Sansepolcro, che tuttavia resta vivo anche oggi, dal momento che quasi tutte le famiglie della città possiedono una foto, una cartolina o un poster incorniciato con l’immagine di questo monumento alto 38 metri e posizionato al centro (seppure non proprio perfetto, perché originariamente vi erano appoggiati due edifici a formare un angolo) della piazza che porta il suo nome. Quell’episodio segnò una ferita profonda nella memoria collettiva della comunità biturgense e a ogni anniversario l’amministrazione comunale, assieme alla locale sezione dell’Anpi, promuove una cerimonia commemorativa. Alle 5 di domani, nel momento esatto dell’abbattimento, come da tradizione, il campanone del Duomo suonerà 81 rintocchi, uno per ogni anno trascorso da quel tragico giorno.

Il tutto sarà curato, come sempre, dai volontari del Gruppo Campanari Borgo Sansepolcro; seguirà poi nella piazza la parentesi pubblica alla presenza dei rappresentanti del Comune e dell’associazione partigiani. Saranno letti alcuni testi dagli attori della Compagnia Teatro Popolare di Sansepolcro e da Giacomo Panichi, accompagnati dalle emozionanti note del violino del maestro Laureta Cuku Hodaj, per un momento all’insegna del raccoglimento e della consapevolezza storica. Un invito caloroso è stato rivolto a tutti i cittadini, per rendere omaggio all’amata torre e ai valori di libertà e resistenza. Le testimonianze visive dell’epoca riportano il cumulo di macerie che invadeva la piazza e lo squarcio provocato in uno dei palazzi che qui si affacciano; diversi anni dopo vennero rinvenute le lancette dell’orologio, che rimangono custodite a Palazzo delle Laudi. Bonaventura era il nome della campana che la sovrastava, mentre diverse sono le ipotesi sulla denominazione della torre: la tradizione locale vuole che Berta fosse il nome della sfortunata fidanzata di un giovane di Pieve Santo Stefano, il cui amore fu osteggiato dalle rispettive famiglie per motivi di rivalità; alcuni studiosi locali del secolo scorso hanno ipotizzato che indicasse il luogo dove si mettevano alla berlina i condannati nel Medioevo. Di certo, ha conquistato l’affetto anche di chi non l’ha mai vista dal vero.

C.R.